Dignità e onore

Sarò un ingenuo ma a me la questione sembra molto più semplice rispetto alla grancassa di questi giorni.
Più semplice ed anche più consueta (certo non banale) perché, a dispetto dei puristi intransigenti che pontificano sui media, non vi è chi non veda che il “caso Sangiuliano” è di una mediocrità semplicemente consuetudinaria…che quasi vien da sorridere per tutto questo strepitare… .
E già perché la selezione della classe dirigente (purtroppo) in ogni campo, è da molto tempo condizionata da criteri differenti rispetto al merito, alla serietà ed alla competenza: parentele imbarazzanti, carne (maschile e femminile) in bella vista sui banchi del mercato, scambi irripetibili, solo per citare alcune evidenze.
Sicché in questa climax, da primavera fescennina, nella quale peraltro abbiamo sguazzato per decenni appresso a B. (buonanima), oggi si levano scudi verso il buon Gennaro Sangiuliano, reo di tradimento delle Istituzioni.
E perfino si rispolvera l’arsenale della riservatezza di queste, violata e messa in ridicolo un giorno si e l’altro pure (che’, se vi fosse serietà, siti come Dagospia et similia avrebbero ben poco da lavorare…) da condotte che definire stravaganti e’ solo un eufemismo.
Dicevo, la questione è semplice.
Recita l’art. 54 della Carta:
“…i cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina e onore,prestando giuramento nei casi stabiliti dalla legge”.
Nella specie non mi pare onorevole portarsi in giro l’amante col ruolo (formale od informale che sia) di consigliere ministeriale.
Senonche’, pur essendo il nostro Paese brulicante di simili casi, il Ministro, a mio giudizio, ha fatto due ottime cose:
ha stracciato la nomina quando il vociare era diventato insopportabile (ad intra e ad extra); ha interrotto la relazione sentimentale che egli afferma si fosse medio tempore instaurata.
Lo ha fatto intempestivamente ?
Certamente si; e questo gli è costata la poltrona. Punto.
Dopodiché il tema esige un’ultima precisazione.
Sento parlare di dignità ed onore: eppure non esiste una nozione, in subjecta materia, diversa da quella plasticamente descritta nella Costituzione.
Dignità nelle Istituzioni significa curare l’osservanza rigorosa delle regole, non in senso farisaico, ossia nella logica dell’apparenza, ma nella sostanza (conviene quindi quelle regole conoscerle bene).
Onore nelle funzioni pubbliche affidate, significa curare l’osservanza del dovere di adempierle onorevolmente con condotte non fraintendibili.
Povero Sangiuliano, capro espiatorio di un andazzo ubicuo…
Quando cominceranno i cittadini chiamati a rappresentare le nostre Istituzioni, a tutti i livelli, a dar corpo alla dignità ed onore nell’esercizio delle pubbliche funzioni?
Basta, per favore, con i “sepolcri imbiancati”, anche quelli che vanno in onda in prima serata sul tg1!
Cominciare un’operazione di bonifica su questo non è una prerogativa né della destra, né della sinistra, né del centro:
E’ un dovere per tutti i cittadini, a cominciare da quelli che, al grido di “onestà, onestà”, si sono accomodati su prestigiose poltrone o hanno “svoltato” pur essendo semplicemente degli “scappati di casa”.
Ed è forse il caso di ripetere, dunque, con uno che di debolezze umane ne capiva al punto tale da calarsi da Dio nella nostra miserabile umanità: “chi è senza peccato scagli la prima pietra”.