MILANO La strada della vendetta o quella della diplomazia. Una doppia opzione dalla quale dipendono gli equilibri criminali dell’hinterland di Milano, legati ai giochi di potere tra cosche di ‘ndrangheta i cui affari economici da tempo si sarebbero legati a quelli del tifo organizzato delle curve di San Siro. L’omicidio di Antonio “Totò” Bellocco, il classe ’88 rampollo della omonima famiglia di ‘ndrangheta di Rosarno, ha già segnato uno spartiacque i cui risvolti, tuttavia, potrebbero non essere così immediati.
A fare la differenza potrebbe essere la ricostruzione delle fasi che hanno portato all’omicidio di “U nanu” il cui responsabile è Andrea Beretta, altro capo ultrà dell’Inter, e amico proprio di Bellocco con il quale ha partecipato alla festa di compleanno del portavoce del tifo nerazzurro, Marco Ferdico e alla partita di calcetto con gli “amici” milanisti. Colpito anche quando era già sceso dall’auto, la Smart bianca di Antonio Bellocco, e portato via a fatica dagli amici che, nel frattempo, sono usciti dalla palestra “Testudo”, a Cernusco sul Naviglio. Sono gli attimi, terribili, ripresi dalle telecamere di sorveglianza la cui ricostruzione era già al centro del fermo emesso nei confronti di Beretta e mostrati dal Tg La7. L’accanimento di Beretta su Bellocco potrebbe far crollare la tesi della legittima difesa dalla presunta aggressione subìta dall’amico e far vacillare ulteriormente gli ormai sottilissimi equilibri che la morte di un rampollo di una potente famiglia di ‘ndrangheta può rompere.
Secondo le ultime informazioni riportate dalla stampa, i familiari di Totò Bellocco sarebbero già arrivati a Milano. E c’è da scommettere che le ultime ore siano state caratterizzate dal dramma della morte del giovane congiunto, ma anche dalla rabbia e la voglia di verità. La vendetta sembra, però, una pista poco percorribile: la pax mafiosa raggiunta dopo molti anni, infatti, è un vantaggio per tutti e romperla potrebbe aprire un vortice pericoloso. Il dilemma delle famiglie calabresi peraltro è lo stesso degli inquirenti: capire cosa abbia potuto portare all’omicidio e soprattutto capire cosa accadrà da adesso in avanti.
Le presunte amicizie di Beretta con soggetti vicini ai Manno-Maiolo di Pioltello potrebbero aiutarlo in questa prima fase, mettendo in moto la “diplomazia” tra famiglie per evitare il peggio e altri scenari di sangue. Intanto ora è in isolamento nel carcere di Opera, luogo peraltro che ospita già molti pregiudicati e ‘ndranghetisti calabresi e dove, ieri, nell’udienza di convalida del fermo, ha scelto la via del silenzio mentre lunedì 9 settembre sarà effettuata l’autopsia sul corpo di Bellocco. Una fase come questa rappresenta comunque uno scenario imprevedibile, quasi inedito: cosa decideranno le famiglie di ‘ndrangheta dalla Calabria e dalla Piana di Gioia Tauro? Chi e come pagherà per l’omicidio di Totò Bellocco, figlio di Giulio Bellocco e, soprattutto, nipote di Umberto (cl. ’37) “Assu i mazzi”, entrambi già morti proprio nel carcere di Opera tra il 2022 e il 2024, è ancora tutto capire. Uno “sgarro” forse troppo grande per restare impunito. (g.curcio@corrierecal.it)
‘Ndrangheta e ultrà dell’omicidio Bellocco, una storia calabro-milanese
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