MILANO Ampiamente verosimile il pericolo di fuga, con la possibilità che lo stesso «senza sottoposizione a misura alcuna, potesse tentare di sottrarsi alle conseguenze della sua condotta». Lo scrive il gip del Tribunale di Milano Lorenza Pasquinelli, nell’ordinanza di convalida del fermo in carcere per Andrea “Berro” Beretta (cl. ’75), l’ultrà della Curva Nord dell’Inter ritenuto responsabile dell’omicidio di Antonio “Totò” Bellocco, classe ’88, discendente dell’omonima famiglia di ‘ndrangheta di Rosarno nonché nipote di Umberto Bellocco “Assu i mazzi”, avvenuto la mattina del 4 settembre scorso davanti alla palestra “Testudo” di Cernusco sul Naviglio, ritrovo abituale del tifo organizzato della squadra neroazzurra.
Secondo il gip che ha convalidato, dunque, il fermo di Beretta e la sua detenzione nel carcere di Opera di Milano, va considerato «anche il timore di eventuali ritorsioni per il fatto commesso, nel peculiare contesto della vicenda», elementi che costituiscono un «motivo ragionevole di fuga sulla base di criteri di comune esperienza», annota ancora il gip. Infine, tale possibilità era resa ancor più concreta, come valorizzato nel provvedimento di fermo, dalle possibilità «garantite a Beretta dall’ampia rete di contatti a sua disposizione e connesse alla sua attività di esponente di spicco della tifoseria nerazzurra», bollando quindi il provvedimento restrittivo come «legittimo» sia «sotto il profilo della sussistenza di un serio e concreto pericolo di fuga del suo responsabile». Secondo il gip di Milano, legittimando l’arresto di Beretta, c’è il serio e concreto pericolo che l’indagato, in stato di libertà, «possa influenzare eventuali testimoni o trovare nuove occasioni per commettere altri delitti di matrice violenta per proseguire la faida che ha dato origine alla presente vicenda. D’altra parte, le difficoltà dello stesso di controllare, in determinate circostanze, impulsi aggressivi e violenti o anche solo di contenere comportamenti antigiuridici emerge dalla lettura dei suoi precedenti penali e di polizia».
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Nell’ordinanza il gip, di fatto, riprende ampi tratti del verbale di fermo e della richiesta di convalida avanzata dal pm e che, a sua volta, riprendono le informazioni riportate negli atti di PG redatti dal personale del Nucleo Operativo – Squadra Omicidi dei Carabinieri Lombardia Comando Provinciale di Milano. La prima ricostruzione dell’omicidio di Bellocco è stata formulata «sulla base delle iniziali testimonianze raccolte ma soprattutto sulla base delle immagini estrapolate del sistema di videosorveglianza». Andrea Beretta, dunque, si trovava all’interno della palestra “Testudo” di Cernusco sul Naviglio ad allenarsi; alle 10.44 arriva Bellocco a bordo della sua Smart, entra nell’edificio ed esce nuovamente insieme ad altri soggetti ma «solo Bellocco e Beretta salgono a bordo della Smart bianca, mentre gli altri due uomini rientrano nell’edificio», annota il gip. Il resto è storia nota, l’auto in retromarcia fuori controllo e poi la marcia in avanti. Beretta esce dall’auto dal lato conducente, resta fuori 10 secondi e rientra, solo con il busto, all’interno della Smart «dal lato passeggero, dove sembra prima riporre un oggetto e poi percuotere evidentemente Bellocco ancora all’interno del veicolo, fino al nuovo intervento di un amico uscito dalla palestra che fatica ad allontanarlo», riporta ancora il gip.
Nel corso dell’interrogatorio davanti ai PM dello scorso 4 settembre, Beretta ha sostanzialmente confermato di aver ferito mortalmente Bellocco con in coltello rinvenuto sul luogo del delitto, «rappresentando di essere proprietario anche della pistola sequestrata, sebbene in definitiva utilizzata contro di lui proprio dal Bellocco appena prima dell’azione omicidiaria». Circostanza ribadita da Beretta anche nel corso dell’interrogatorio di garanzia avanti al stesso gip, nell’ambito del quale Beretta ha reso spontanee dichiarazioni sul punto avvalendosi per il resto della facoltà di non rispondere. Altri aspetti della vicenda quali il contesto dei fatti e il movente prossimo e remoto del delitto sono stati oggetto di dichiarazioni sempre nel corso dell’interrogatorio davanti al PM. Per il gip, dunque, può già ritenersi accertato «un nucleo sostanziale di fatti che corrisponde ad un quadro indiziario solido a carico dell’indagato in relazione alla responsabilità per il decesso di Antonio Bellocco». Domani, intanto, è prevista l’autopsia proprio sul corpo della vittima. (g.curcio@corrierecal.it)
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