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“sanghe” e passione

James Senese: «Io sono la moda, non ho età»

L’ovazione del pubblico di Cerisano al Festival delle Serre. La nostalgia dei “Napoli Centrale”, il ricordo di Pino Daniele e Franco Del Prete

Pubblicato il: 09/09/2024 – 7:28
di Fabio Benincasa
James Senese: «Io sono la moda, non ho età»

CERISANO Il caffè non lo rende più nervoso e anche se calabrese e non napoletano «O’ cafè resta semp o’ cafè». James Senese non abbandona il giubbotto di pelle nero neanche in una serata decisamente calda come quella trascorsa sabato sera a Cerisano, nel Cosentino, in un meraviglioso giardino trasformato in simposio della musica per ospitare uno dei concerti più attesi della 30esima edizione del Festival delle Serre. Dai “Napoli Centrale” ad oggi, Senese ripercorre – al Corriere della Calabria – 50 anni di musica vissuti (neanche a dirlo) sempre al massimo, suonando con eccezionali musicisti e straordinari cantanti. Li mette in fila tutti, mentre tra un sorso e l’altro gusta soddisfatto il caffè richiesto: Pino Daniele, Mario Merola, Enzo Avitabile, Roberto Murolo, Enzo Gragnaniello. L’essenza di Napoli e della napoletanità, quell’inconfondibile sound influenzato da un mix di culture. Cantante, sassofonista, musicista e attore, Senese ha vissuto e continua a vivere mille vite, ma una lo rende particolarmente felice. «Viaggio da Nord a Sud e anche all’estero tutto l’anno». Tra un anno compirà 80 anni, ma non c’è mai stato un solo momento della sua vita impegnato a inseguire la moda. «Trap, rap, io li definisco mestieranti. Io sono quel che sono, ho costruito un’identità molto precisa fatta di sentimenti e sono ancora qua mentre tutto quello che c’è intorno sparisce. Io sono la moda».

La voce e il suono del popolo

«Canto per dare voce al popolo, alla povera gente, a chi non ha voce». E’ il mantra che accompagna i racconti di Senese. E poi c’è Napoli «una città che ha creato una lingua, un linguaggio, un sentimento popolare conosciuto e riconosciuto in tutto il mondo». Nonostante tutto, il maestro non ha mai smesso di sperimentare. «Ho creato una dimensione che non c’era e non c’è ancora. Poi – da giovane – sono passato anche io dalla musica commerciale poi l’unica dimensione è stata quella dei “Napoli Centrale”». La musica è cambiata, l’ascolto dei brani, l’acquisto dei dischi, la partecipazione ai concerti. «Ho visto tutto e vedo tutto, sto pensando già domani». E’ incredibile la passione di Senese, gli occhi brillano mentre confessa le sue fragilità. «Ho anche io i miei complessi, non faccio e non ho mai fatto la star». Vero, ma a Napoli dicono sia il più forte. «Riconoscono il mio lavoro, quello dei Napoli Centrale e quello con Franco Del Prete (batterista, scomparso nel 2000)». Con un pizzico di malinconia Senese ricorda il musicista ed ammette: «No, oggi non c’è una “nuova” Napoli centrale, c’è James Senese che porta tutto avanti, io la chiamo ancora Napoli centrale ma in realtà non ci sta più, non c’è più. Io e Del Prete eravamo come John Lennon e Paul McCartney».

Napoli e non altrove

Da buon “nero napoletano”, Senese conosce bene quanto possa essere difficile ottenere successo e ritagliarsi spazio in un mondo abitato da razzisti. «Le dico la verità, forse avrei dovuto andare via, per me sarebbe stato molto più facile identificarmi. A Napoli è stato molto difficile identificarmi, ho dovuto combattere». Si spieghi meglio. «E’ chiaro, non tutti possono identificarsi con me. Ma questo è un problema mondiale, non solamente italiano».

James Senese

Non sarà stato evidentemente semplice ma a Napoli e in qualsiasi parte del mondo per tutti è “il maestro”. «E’ solo una parola, non esiste così come non esiste il tempo». Il nostro di tempo è scaduto, anche se in realtà James Senese continua a chiacchierare, prima di salire sul palco per il sound check che anticipa un concerto concluso con una standing ovation. “Il maestro” esce di scena per una breve pausa, anche chi non è riuscito a trovar posto applaude e chiede il bis. Altre due canzoni prima di congedarsi dal pubblico che tributa il giusto riconoscimento ad un grande della musica italiana nel mondo. Senese canta e suona il “suo” sassofono per quasi due ore, emoziona quando ricorda Pino Daniele e Franco Del Prete intonando “Chi tene ‘o mare“.
(f.benincasa@corrierecal.it)

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