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Bce, dopo il calo dell’inflazione atteso nuovo taglio ai tassi

Riflettori accesi sulla riunione di giovedì

Pubblicato il: 10/09/2024 – 21:50
Bce, dopo il calo dell’inflazione atteso nuovo taglio ai tassi

Riflettori accesi sulla riunione della BCE di giovedì che dovrebbe annunciare un taglio ai tassi. Gli analisti scommettono su un taglio di 25 punti base portando così il tasso di interesse sui depositi al 3,50%. “Ci aspettiamo che giovedì la BCE riduca il tasso di interesse sui depositi (Dfr) di 25 punti base, portandolo al 3,50%. La mossa è ampiamente attesa, quindi il focus sarà sulle dichiarazioni dell’Eurotower in merito ai prossimi step relativi ‘al ridimensionamento del suo orientamento di policy restrittivo’. Sebbene la direzione dei tassi rimanga al ribasso, è improbabile che la presidente Christine Lagarde dia un segnale esplicito sull’entità e la tempistica della prossima mossa”, sottolinea in un report Nadia Gharbi, Senior Economist di Pictet Wealth Management. Ma l’indebolimento delle prospettive di crescita degli Stati Uniti e del mondo e un taglio della Fed superiore alle attese il 18 settembre, spiega guardando al futuro, “potrebbero aumentare la pressione sulla BCE affinché faccia di più di quanto attualmente previsto”. Sulla stessa linea anche François Rimeu, Senior Strategist, Crédit Mutuel Asset Management che sottolinea che “dopo il taglio dei tassi di giugno, la BCE dovrebbe abbassare il tasso di interesse di riferimento (cioè il tasso sui depositi) di 25 punti base nella prossima riunione. L’attenzione si concentrerà sulle nuove proiezioni economiche”. Durante la conferenza stampa, la Presidente della BCE Christine Lagarde “dovrebbe sottolineare le preoccupazioni per l’attività economica dell’Eurozona, data la debolezza dei dati e degli indici di fiducia”. Per Gharbi di Pictet Wealth Management “è probabile che le nuove proiezioni dello staff BCE vengano leggermente riviste, ma senza grandi implicazioni per l’orientamento della policy. I dati sull’attività sono stati più deboli di quanto previsto nelle proiezioni dello staff di giugno. Il pil del 2° trimestre è stato rivisto al ribasso allo 0,2% q-oq (rispetto allo 0,4% previsto dalla BCE), con dati molto deboli nei conti nazionali; i dati finora non significativi indicano uno slancio contenuto nel 3° trimestre, con una crescita prevista vicina allo 0,1-0,2% q-oq. Allo stesso tempo, i numeri relative all’inflazione sono stati contrastanti: da un lato, l’inflazione core si è rivelata più resiliente del previsto, riflettendo la persistenza dell’inflazione dei servizi. Dall’altra parte, le misure di crescita del costo del lavoro sono rallentate più del previsto nel 2° trimestre, compresa la misura dei salari negoziati dalla BCE – scesi dal 4,7% annuo nel 1° trimestre al 3,6% nel 2° trimestre – e la retribuzione per dipendente, calata dal 4,8% nel 1° trimestre al 4,3% nel 2° trimestre”.
In questo scenario, sottolinea l’analista di Pictet Wealth Management, “le pressioni sui prezzi interni, misurate dalla crescita del deflatore del pil, si sono attenuate più rapidamente del previsto, sostenute anche dalla stagnazione degli utili societari da un anno a questa parte. Nel complesso, ci aspettiamo una revisione leggermente al ribasso delle proprie previsioni di crescita da parte della BCE (di circa 0,1 punti percentuale per il 2024 e il 2025) e leggermente al rialzo relativamente a quelle sull’inflazione core (circa 0.1 punti percentuali per il 2024 e il 2025), principalmente a causa di un punto di partenza più elevato. È importante notare che queste revisioni non dovrebbero influire sulla proiezione dello staff della BCE secondo cui l’inflazione raggiungerà l’obiettivo del 2% della banca centrale intorno al quarto trimestre del 2025. Per la cronaca, Christine Lagarde ha sottolineato la stabilità di questa proiezione come fattore alla base del taglio dei tassi di giugno, nonostante la revisione al rialzo delle previsioni di inflazione per il 2025”. La sessione di Q&A probabilmente, aggiunge, “si focalizzerà su cosa farebbe la BCE in caso di indebolimento delle prospettive di crescita Usa/globale e di una Fed più aggressiva. Sebbene sia probabile che la Lagarde si trattenga e faccia presente che Francoforte non dipende dalla banca centrale americana, un taglio più consistente del previsto da parte di quest’ultima potrebbe aumentare la pressione sull’Eurotower e rendere la riunione di ottobre ancora più importante”. Come annunciato a marzo 2024, a partire dal 18 settembre la BCE, sottolinea Rimeu, “attuerà un adeguamento nell’ampiezza del cuscinetto dei tassi di policy ‘per limitare le potenziali pressioni al rialzo sui tassi del mercato monetario e stabilire incentivi per le banche a prendere prestiti di liquidità nelle operazioni della BCE’. Il tasso sulle operazioni di rifinanziamento principali (Omr) sarà ancorato a 15 punti base al di sopra del tasso sui depositi (al 3,65% con il previsto taglio di 25 punti base del Dfr), rispetto ai 50 punti base attuali. Il tasso più alto, quello sulle operazioni di rifinanziamento marginale (Mlf), rimarrà a 25 punti base sopra l’Omr (al 3,90%). La presidente Lagarde sottolineerà ancora una volta che la BCE manterrà un approccio data-dipendente e meeting-by-meeting per i successivi aggiustamenti. Pertanto, non si prevede che Lagarde condivida alcuna indicazione futura al di là di questa riunione”.

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