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la polemica

Crotone, il comitato “Fuori i veleni” prepara una grande manifestazione pubblica

Gli attivisti criticano il comportamento di Eni («non si verifica nemmeno nei paesi del terzo mondo») e il sindaco Voce: «Non si è opposto»

Pubblicato il: 10/09/2024 – 16:15
di Gaetano Megna
Crotone, il comitato “Fuori i veleni” prepara una grande manifestazione pubblica

CROTONE L’Eni ha un comportamento che «non si verifica nemmeno nei paesi del terzo mondo» e il Comitato “Fuori i veleni-Crotone vuole vivere” annuncia di volere preparare una grande manifestazione pubblica. In particolare il Comitato contesta l’attività dell’Eni Rewind che «avrebbe ordinato» alla Regione Calabria di annullare il Paur (Provvedimento Autorizzatorio Unico Regionale), che impone di trasferire fuori dal territorio calabrese i veleni presenti nella discarica a mare della città pitagorica. Si tratta di circa un milione di tonnellate di scorie provenienti dalle attività delle industrie ora dismesse.
«In parole semplici – scrive in una nota il Comitato – Eni Rewind ha chiesto, in maniera perentoria, alla massima Istituzione pubblica Regionale, l’emissione di un provvedimento per rimuovere il vincolo” introdotto con il Puar il 2 agosto del 2019.  Nella nota il Comitato evidenzia che “tralasciando le motivazioni del ricorso avverso il Decreto ministeriale del 1° agosto scorso annunciato dalla Regione, che in verità non ha affatto brillato nel procedimento della Conferenza di servizi, così come la Provincia ed il Comune, ma, che una società privata, sia pure Eni Rewind, possa con arroganza e prepotenza pensare di imporre la sua volontà ad un’istituzione pubblica non solo non è concepibile ma è anche indicativo di un rapporto distorto tra settori della politica, degli apparati pubblici e il potere economico».
Il Decreto a cui fa riferimento il Comitato è quello che elabora il dibattito della Conferenza dei servizi del 26 giugno scorso nel corso della quale è stata totalmente stravolta la decisioni assunta nella prima Conferenza decisoria del 24 ottobre 2019, che appunto teneva conto delle indicazioni contenute nel Paur e imponeva di smaltire i veleni fuori dalla Calabria. Nel Decreto 1 agosto le decisioni sono state assunte, applicando norme discutibili, dal dirigente del ministero dell’Ambiente. A questo proposito il Comitato, scrive: «Eni Rewind è stata “graziata” colpevolmente ed illegittimamente da un Decreto a firma di un dirigente del ministero dell’Ambiente, che evidentemente ha preferito ascoltare le indicazioni della multinazionale, piuttosto che i pareri tecnico scientifici di Istituti competenti e di ricerca, come Isin, Arpacal, Ispra, Istituto Superiore della Sanità, tutti fortemente critici sulla bonifica proposta da Eni Rewind, sul ritardo ingiustificato dell’avvio dei lavori, sul parziale scouting delle discariche disponibili, sulla qualità e quantità dei rifiuti pericolosi, sul rispetto dei vincoli del dlgs 101/2020 sulla radioprotezione, sui rischi per la popolazione e per coloro che sono chiamati ad operare, etc».
Non si è voluto nemmeno tenere conto della posizione contraria di Regione, Comune e Provincia di Crotone. Non era mai successo pria che la posizione dei tre enti locali non venisse tenuta in nessuna considerazione. «Si è preferito prestare l’orecchio al canto delle sirene di Eni – scrive il Comitato – piuttosto che tenere conto dei pareri scientifici e delle garanzie a tutela della salute e della vita dei cittadini e del territorio».
«Di fatto il decreto del 1° agosto – aggiunte il Comitato – giustifica la mancata Bonifica e la violazione del dm n° 7 del 3 marzo 2020 da parte di Eni». E «oggi, Eni Rewind, a costi notevolmente stracciati e con risparmio di quasi due miliardi di euro (quantificati nel 2012 da Ispra), viene legittimata a lasciare i veleni a Crotone determinando in modo irreversibile un danno incalcolabile per la Città con conseguenti gravi rischi per la popolazione. Una situazione che merita un’immediata risposta da parte delle Istituzioni, la cui ambiguità purtroppo ha di fatto favorito Eni».
A questo proposito il Comitato fa riferimento alla muova legge regionale sui rifiuti, ma anche ai comportamenti assunti all’inizio dell’apertura del dibattito da Comune e Provincia. In verità Comune e Provincia hanno, poi, rivista la propria posizione mentre la Regione non ha operato la modifica indispensabile al nuovo Piano regionale dei rifiuti. Proprio per questo il commissario straordinario per la bonifica, Emilio Errigo, parla della realizzazione di una discarica di scopo a gestione controllo pubblico da realizzare in uno dei Comuni del crotonese. Una discarica dove conferire il Tenorm con matrice d’amianto. A proposito delle responsabilità della Regione, il Comitato sottolinea: «Come non ricordare le parole della vice ministra Vannia Gava secondo cui il presidente Occhiuto ha espresso il suo accordo perché i rifiuti restassero a Crotone. Insomma era tutto concordato con la Regione, come affermato dalla vice ministra e prima ancora dal presidente della Conferenza dei Servizi, scritto nero su bianco nel verbale del Conferenza dei Servizi di giugno 2024».
Non si intende nemmeno tenere conto della diffusione del cancro tra la popolazione del Crotonese. I dati sono certificati. Il Comitato definisce «gli annunci di ricorrere al Tar contro il Decreto ministeriale, da parte di Regione e Comune (…) tardivi e giustificativi di una condotta a dir poco discutibile e subalterna ad Eni Rewind».
Non vengono risparmiate critiche feroci contro il sindaco di Crotone, Vicenzo Voce, che «è stato eletto con lo specifico mandato di contrastare Eni Rewind  e pretendere una reale bonifica, invece concorre nel consegnare a Crotone una condizione di avvelenamento irreversibile con ulteriore sofferenza».
Voce avrebbe messo in campo un teatrino perché se avesse voluto contrastare il progetto di Eni Rewind «avrebbe dovuto impiegare determinazione per impedire le modifiche al Piano regionale dei rifiuti, che di fatto hanno spianato ad Eni la strada per realizzare i suoi obiettivi e lasciare i veleni a Crotone».
Con la nota di oggi il Comitato fa ripartire la lotta per non lasciare a Crotone i veleni. In verità il dibattito si era assopito tanto che a Crotone in tanti si chiedevano se Eni Rewind avesse raggiunto, senza colpi ferire, i suoi obiettivi. Si era, infatti, diffusa la convinzione che l’Eni ed Errigo avessero chiuso il cerchio. La nota di oggi dice che la partita è ancora aperta.

Nella foto d’archivio uno striscione durante una manifestazione degli attivisti crotonesi

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