Non conoscevo né Ilaria Mirabelli, purtroppo deceduta due settimane fa, né conosco Mario Molinari, il compagno iscritto nel registro degli indagati per omicidio stradale dopo la denuncia della famiglia di Ilaria.
Detta così, sembra una dichiarazione salomonica e pilatesca di chi non vuole entrare in una vicenda così delicata.
E invece è doveroso chiedere giustizia per entrambi.
Per Ilaria che è morta giovane, giovanissima. Per la sua famiglia che vive un inferno.
Ma anche per Mario poiché se fosse innocente (e allo stato lo è chiaramente) dovrebbe subire l’onda continua di sospetti e di verità da pettegoli. I due avvocati, Guido Siciliano e Nicola Rendace, sono veramente due validi professionisti.
C’è tanta gente, e penso al centro Lanzino, che è intervenuta con garbo, chiedendo che non vi fosse impunità ma non processando a priori nessuno.
C’è tanta altra gente sui social, invece, che ha già condannato il suo compagno.
Come se i processi si facessero sui social e come se, anche dietro il suo ex compagno, non vi fosse una famiglia che soffre.
La procura farà i rilievi chiesti dalla parte civile e nel prosieguo delle indagini si spera si possa arrivare alla verità. Senza lesinare nessuno sforzo.
È triste, però, che fake scrivano sui social ciò che vogliono su questa vicenda come se fossero depositari della verità.
In vicende del genere, che riguardano drammi e non una partita di calcio, non si possono fare pronostici. L’unico auspicio è che si giunga alla verità. E che un giorno si impedisca agli haters di giocare sulla pelle delle persone. Per questo i social stanno, seppure di poco, perdendo follower. E questa è una buona notizia.
*giornalista
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