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Il ricordo del brigadiere Marino a 34 anni dal suo omicidio. Il figlio: «Orgoglioso di indossare la divisa come lui»

A Bovalino la cerimonia per ricordare il militare ucciso in un agguato nel 1990. Il figlio maggiore oggi nell’Arma: «Per me un esempio»

Pubblicato il: 10/09/2024 – 15:59
di Mariateresa Ripolo
Il ricordo del brigadiere Marino a 34 anni dal suo omicidio. Il figlio: «Orgoglioso di indossare la divisa come lui»

BOVALINO «Mio padre è un esempio, quello che mi spinge ogni giorno a indossare la divisa con dignità e onore». Era troppo piccolo per ricordare quanto accadde 34 anni fa, Francesco Marino aveva solo un anno e mezzo, quando rimase ferito al ginocchio nel corso dell’agguato in cui rimase ferita anche la madre, Vittoria Dama – che aveva da poco scoperto di essere incinta del secondo figlio – e che gli portò via per sempre il padre, il brigadiere dei carabinieri Antonino Marino.
Era la notte tra l’8 e il 9 settembre 1990 quando un killer esplose contro il militare colpi di pistola che lo ferirono mortalmente. A Bovalino Superiore, borgo della Locride, era in corso lo spettacolo di fuochi d’artificio durante i festeggiamenti in onore dell’Immacolata. Un giorno di festa che si trasformò in una tragedia che ancora oggi viene ricordata dall’intera comunità e dall’Arma dai Carabinieri.

LEGGI ANCHE: I fuochi d’artificio e i colpi di pistola: l’omicidio del brigadiere Marino, ucciso per le sue indagini sui clan

Il figlio del brigadiere è oggi maggiore dei Carabinieri in servizio a Rovigo: «Una scelta dettata dalla costante presenza dell’Arma in casa con la figura di mio padre. E’ stato come continuare quella che è stata la sua opera», ha spiegato a margine della cerimonia di commemorazione a Bovalino. E parlando di chi ha sacrificato la propria vita in nome della legalità in una Locride che negli anni ’80 e ’90 ha vissuto i suoi anni più bui, il 35enne ha detto: «Sono stati e sempre saranno un esempio per la società civile, il loro sacrificio pesa per noi che siamo qui a portare avanti il loro ricordo, però sono esempi per capire bene cosa è stato quel periodo e per far sì che non accada mai più».

La cerimonia a Bovalino

Alla cerimonia di commemorazione che si è svolta questa mattina oltre ai familiari hanno partecipato le massime autorità civili, militari, religiose e giudiziarie della provincia, in presenza dei quali, presso l’omonima piazza intitolata al sottufficiale Medaglia d’Oro al Valor Civile, è stata deposta una corona d’alloro. A seguire è stata officiata una messa da parte del vescovo di Locri, monsignor Francesco Oliva, e dal cappellano militare don Aldo Ripepi.

Il ricordo del brigadiere Marino Bovalino

«Un momento di festa si è trasformata in una grandissima tragedia per la famiglia del brigadiere Marino e per tutta la comunità», ha ricordato il vescovo di Locri. «I criminali – ha aggiunto – non rispettano neanche i momenti di festa perché non hanno cuore, hanno perso il senso dell’umanità. Come comunità civile vogliamo riconoscere quanto il sacrificio del brigadiere abbia valore. La comunità non può non prenderne atto». 
«La presenza di Francesco e Antonino nelle istituzioni significa che il sacrificio del brigadiere Marino non è stato vano», ha detto il comandante provinciale dei Carabinieri di Reggio Calabria, Generale di Brigata Cesario Totaro, che ha aggiunto: «Chi già si è speso lo continua a fare in una terra in cui continuiamo a dare il meglio della nostra gioventù, posti che continuano ad essere di frontiera e in cui l’unico presidio di legalità e di solidarietà resta l’Arma e lo fa con le sue risorse migliori. Un lavoro costante per restituire questa bellissima terra a chi ci è nato e combatte».

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