VIBO VALENTIA Diciassette colpi d’arma da fuoco indirizzati verso la macchina del sindaco di San Gregorio d’Ippona Pasquale Farfaglia. Una grave intimidazione che ha scatenato un’ondata di solidarietà nei confronti del primo cittadino, già in passato vittima di gesti simili. Sul fatto indagano le forze dell’ordine per cercare di capire, in primis, se si tratta di un’azione da inserire nel contesto della criminalità organizzata o solamente il gesto di qualche “balordo” in solitaria, come definito dalla moglie in un post e dal sindaco stesso. Ma quella al primo cittadino non è l’unica intimidazione a cui, di recente, si è assisto a Vibo Valentia. Come già ricostruito dal Corriere della Calabria, nell’ultimo periodo la criminalità di Vibonese, indebolita dalle operazioni degli ultimi anni, è tornata a farsi sentire, arrivando a sparare anche in pieno giorno.
Improbabile che gli eventi siano collegati tra loro, così come un eventuale ruolo della ‘ndrangheta sarà accertato solamente con le indagini delle forze dell’ordine. Ma gli atti intimidatori, in particolare le tre sparatorie avvenute a pochi chilometri di distanza, si inseriscono nello stesso contesto criminale. Sulla zona di San Costantino, dove a luglio un camion è stato colpito da quattro colpi di fucile, e Vena, dove si è verificata un’altra sparatoria e un’auto è stata incendiata, ad avere influenza ‘ndranghetista sono proprio le ‘ndrine di San Gregorio. Lo stesso comune, prima che salisse l’attuale sindaco Pasquale Farfaglia, è stato sciolto per mafia nel 2018, quando a guidare l’amministrazione era Michele Pannia. Si tratta del secondo scioglimento in pochi anni, dato che già nel 2007 l’amministrazione era stata destinataria dello stesso provvedimento. A pesare sulla decisione del CdM le influenze della ‘ndrina Fiarè-Gasparro-Razionale, tra le più radicate nel territorio vibonese e con a capo Saverio Razionale (condannato a 30 anni in Rinascita Scott) e il boss Rosario Fiarè.
Risale a pochi giorni fa l’intimidazione ai danni dell’azienda Acetaria Srl, operante nel settore ortofrutticolo e sita nei pressi di Porto Salvo, frazione del capoluogo. Persone non ancora identificate si sono introdotte all’interno dello stabile danneggiando alcuni macchinari e, di conseguenza, bloccando per alcuni giorni la produzione. «Un’azione criminale figlia di una subcultura mafiosa» ha affermato il sindaco Enzo Romeo condannando il gesto. Due zone, quella del trittico San Gregorio-San Costantino-Vena e quella di Porto Salvo, distanti tra loro, ma entrambe comprendono zone industriali in espansione e con ancora enormi potenzialità. Non a caso, prese di mira da atti intimidatori che richiamano il modus operandi ‘ndranghetista e i tentativi di infiltrarsi tramite l’uso della violenza nell’economia e nel tessuto sociopolitico del territorio. Azioni che rappresentano, ancor di più dopo l’atto intimidatorio nei confronti di un sindaco, veri e propri campanelli d’allarme, con il contesto criminale vibonese che torna ad “agitarsi” dopo un periodo di relativa calma. (Ma.Ru.)
Il Corriere della Calabria è anche su WhatsApp. Basta cliccare qui per iscriverti al canale ed essere sempre aggiornato
x
x