COSENZA Questa mattina, il pubblico ministero – al termine della requisitoria – ha formulato le richieste di condanna nei confronti degli imputati coinvolti nel processo con rito abbreviato, celebrato in corso in Corte d’appello di Catanzaro, scaturito dall’inchiesta “Testa del Serpente”. La pm ha quindi chiesto la conferme di tutte le condanne emesse al termine del processo di primo grado.
L’operazione coordinata dalla Dda di Catanzaro vede coinvolti soggetti che gli inquirenti ritengono appartenenti alle consorterie criminali operanti all’interno della città di Cosenza. Secondo l’accusa, i gruppi sarebbero stati particolarmente attivi in ogni campo dell’attività criminale, dal racket, all’usura, ai danneggiamenti, ai pestaggi, allo spaccio di ogni tipo di sostanza stupefacente, alla gestione del gioco d’azzardo. Cellule criminali riorganizzate a seguito del “vuoto di potere” creatosi sul territorio al termine del processo “Nuova Famiglia” del 2014. Escussi – in Corte d’appello – anche i pentiti Ivan Barone e Roberto Porcaro, quest’ultimo è stato ritenuto «inattendibile» dalla Procura perché imputato in un processo connesso. Al termine della requisitoria sono iniziate le discussioni delle difese che si concluderanno nel prossimo mese di ottobre, fino alla camera di consiglio ed al verdetto finale.
Luigi Abbruzzese è stato condannato a 15 anni e 3 mesi di reclusione, Marco Abbruzzese a 18 anni e 3 mesi, Nicola Abbruzzese a 15 anni e 3 mesi, Franco Abbruzzese a 9 anni e 6 mesi, Domenico Iaccino a 6 anni e 2 mesi, Francesco Casella a 6 anni e 2 mesi, Pasquale Paco Germano a 2 anni e 4 mesi, Adamo Attento a 6 anni e 2 mesi, Alberto Turboli a 2 anni e un mese, Giovanni Drago a 2 anni e 8 mesi, Andrea Greco a 9 anni e 6 mesi, Antonio Marotta a 9 anni e sei mesi, Antonio Abruzzese a 7 anni e 6 mesi, Antonio Bevilacqua a 7 anni e 6 mesi, Claudio Alushi a 7 anni e 8 mesi. (redazione@corrierecal.it)
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