ROMA Si chiama Stimolazione transcranica a Corrente Diretta o tDCS (dall’inglese transcranial Direct Current Stimulation) e si candida a diventare un nuovo strumento utile a contrastare l’emergenza obesità, che riguarda ormai oltre il 10% degli italiani adulti. Come la sorella maggiore, la più nota TMS (Stimolazione Magnetica Transcranica), impiegata da tempo nella cura delle dipendenze, anche la tDCS funziona generando a livello dei neuroni una micro-corrente elettrica in grado di ripristinare gli equilibri alterati in determinate aree del cervello , compresa quella che regola il senso di fame e sazietà. Entrambi, quindi, possono essere settate per trattare pazienti obesi, inducendoli a mangiare di meno. A differenza della TMS, però, la nuova metodica non necessita di macchinari ingombranti e quindi di una gestione ospedaliera, ma di un semplice caschetto che può essere utilizzato dal paziente anche a casa, indossandolo prima dei pasti, con ricadute positive in termini di sostenibilità economica e comodità del trattamento. Con l’obiettivo di dimostrare pari efficacia e sicurezza della tDCS per trattare l’obesità rispetto alla TMS – il cui utilizzo a questo scopo è già stato validato da lavori precedenti[1] – parte uno studio clinico finanziato dal Pnrr, della durata di due anni, che sarà coordinato dall’Irccs MultiMedica di Milano e condotto insieme all’Azienda Ospedaliera Universitaria “R. Dulbecco” di Catanzaro. I ricercatori arruoleranno circa 400 pazienti obesi e con diabete di tipo 2, dividendoli in due gruppi che, per un anno, seguiranno due diversi regimi alimentari (dieta mediterranea il primo e dieta chetogenica il secondo), e saranno trattati con TMS, nel cluster di Milano, e con tDCS, nel cluster di Catanzaro.
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