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De Magistris: «Pochi magistrati hanno indagato sui rapporti tra ‘ndrangheta, massoneria deviata e poteri forti»

L’ex magistrato ad AgenParl: «Ricostruimmo l’esistenza delle massomafie in cui la borghesia mafiosa ha un ruolo centrale»

Pubblicato il: 11/09/2024 – 7:27
De Magistris: «Pochi magistrati hanno indagato sui rapporti tra ‘ndrangheta, massoneria deviata e poteri forti»

ROMA E’ un fiume in piena Luigi de Magistris, ex magistrato e già sindaco di Napoli. «In Italia pochissimi magistrati hanno indagato sui rapporti tra ‘ndrangheta, massoneria deviata e poteri forti», racconta in intervista esclusiva rilasciata all’agenzia AgenParl. Sul presunto intreccio tra mafia e massoneria, De Magistris continua: «Le connessioni risalgono sicuramente nel tempo, almeno dagli anni ‘70 e oggi sono più radicate che mai. Siamo in piena criminalità istituzionale e mimetizzazione della ’ndrangheta sino al cuore dello Stato e questo grazie soprattutto all’opera della massoneria deviata. Con le mie indagini tra il 1996 e il 2008 ricostruimmo l’esistenza delle massomafie in cui la borghesia mafiosa ha assunto un ruolo centrale». Per l’ex magistrato «la massoneria deviata, le massomafie arrivano ovunque. Politicamente operano in maniera assolutamente trasversale». Ma qual è l’obiettivo? «Condizionare le istituzioni democratiche, prendere decisioni in luoghi altri e ratificarlo nelle sedi istituzionali. Un vero e proprio governo occulto della Repubblica che opera almeno dalla fine degli anni ‘60 ed oggi è più forte che mai». Illuminante un passaggio, nel quale De Magistris riporta alla memoria le inchieste condotte quando era magistrato a Catanzaro. Indagini delicate «in cui ricostruivamo il sistema criminale massomafioso sono state ostacolate (…) sono stato isolato e colpito», confessa. L’intervista prosegue e il giornalista di AgenParl chiede a De Magistris lumi sul presunto rapporto tra ‘ndrangheta e massoneria deviata. «Sono una cosa unica, soprattutto quando si sale ai livelli più alti, dove corrono i fili ad alta tensione. È lì che avviene il connubio tra massoneria deviata e ‘ndrangheta di ultima generazione. Più che infiltrarsi ormai mirano ad essere Stato, non è più la stagione delle collusioni, si è fatto il salto di qualità: entrare nel cuore dello Stato». Quali sono i possibili antidoti? «Si deve rafforzare la normativa che introdusse nel 1982, dopo la scandalo della P2, il delitto di associazione segreta. Si devono aumentare le pene e si deve meglio specificare la fattispecie criminosa. E poi non si deve toccare l’autonomia e l’indipendenza della magistratura altrimenti sarà impossibile investigare in questa direzione».

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