ROMA Tra due mesi si torna a votare nei Comuni di Anzio e Nettuno, da due anni commissariati dopo lo scioglimento per infiltrazioni della ‘ndrangheta, e «il Tribunale di Velletri non si è ancora pronunciato sull’eventuale incandidabilità dei politici delle giunte precedenti di centrodestra ritenuti legati ai clan». E’ quanto evidenzia un servizio dell’edizione romana di “Repubblica”, per il quale «un tempo così lungo non è stato ancora sufficiente ad arrivare a una decisione da parte dei giudici e sul litorale a sud di Roma, dove l’inchiesta antimafia Tritone del febbraio 2022 portò a 65 arresti, c’è il rischio che possano a tornare a candidarsi ex amministratori su cui sono stati avanzati inquietanti sospetti. Due associazioni, il locale Coordinamento antimafia e la Rete No Bavaglio, hanno così lanciato un appello al Capo dello Stato affinché “sia garantito il rinnovo dei Consigli comunali nella massima trasparenza e legalità” ». Nell’articolo di “Repubblica” viene citato il blitz che quasi tre anni fa portò i carabinieri ad arrestare esponenti dei clan Madaffari, Peronace, Gallace e Tedesco «con l’accusa che ad Anzio e Nettuno fosse stata costituita una locale di ‘ndrangheta in grado di condizionare anche la pubblica amministrazione».
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