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Il “Recovery” della mala cosentina: il fuggitivo, il pentito e i volti nuovi

Chiusa l’indagine della Dda, considerata una «appendice di Reset». I gruppi criminali di Cosenza si sarebbero riorganizzati

Pubblicato il: 12/09/2024 – 6:31
di Fabio Benincasa
Il “Recovery” della mala cosentina: il fuggitivo, il pentito e i volti nuovi

COSENZA Mancava l’ultimo tassello prima di completare il mosaico. La cattura dell’ex latitante Francesco Costantino De Luca, (si nascondeva a Nocera Terinese, nel Catanzarese) ha permesso agli investigatori di completare il quadro degli indagati nell’inchiesta nome in codice “Recovery“, coordinato dalla Dda di Catanzaro, contro presunti gruppi criminali egemoni nel Cosentino. «Una appendice dell’operazione Reset», aveva sostenuto in conferenza stampa Vincenzo Capomolla, procuratore della Distrettuale catanzarese. Insieme all’ex fuggitivo, tra gli indagati compaiono anche nomi nuovi come quello del pentito Checco Greco.
L’accusa è convinta della presenza di un’associazione «finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, avendo predisposto un’articolata attività di commercio, acquisto, custodia, trasporto, vendita e comunque detenzione per la cessione, a qualunque titolo, di marijuana, hashish, eroina e cocaina». Sono 176 gli indagati.

La presunta associazione criminale

Come sostenuto dal procuratore Capomolla, le indagini effettuate avrebbero confermato l’esistenza di «una sorta di confederazione di ‘ndrangheta nel quadro già descritto con Reset». E dunque, chi indaga sospetta la presenza di «una associazione criminale ‘ndranghetistica che si avvale della forza di intimidazione derivante dal vincolo associativo e della conseguente condizione di assoggettamento e di omertà che ne deriva allo scopo di commettere una serie eterogenea ed indeterminata di delitti». Non solo droga, ma anche «estorsioni, usure, esercizio abusivo del credito, danneggiamenti, reati in materia di armi e munizionamento, delitti contro la persona, contro il patrimonio, contro la Pubblica Amministrazione». Gli elementi raccolti dall’accusa indicano i presunti gruppi criminali come interessati all’acquisto «in modo diretto o indiretto ed alla gestione o controllo di attività economiche nei diversi ambiti imprenditoriali, forniture per servizi vari sul territorio». Insomma un gruppo armato, ma con spirito imprenditoriale.

L’ex fuggitivo

Considerato un pusher al soldo di uno dei gruppi criminali del cosentino, quello facente capo alla famiglia Di Puppo egemone a Rende, De Luca è accusato nell’inchiesta “Recovery” – insieme ad altri soggetti – di essere «partecipe dell’associazione» e di fornire «un contributo indispensabile all’attuazione del programma criminoso di narcotraffico, occupandosi prevalentemente dell’approvvigionamento e della commercializzazione dello stupefacente».

Un pentito tra i “volti nuovi”

Tra i volti nuovi figura nell’elenco degli indagati Francesco Greco detto “Checco”, «in qualità di organizzatore dell’associazione, fornisce un contributo indispensabile all’attuazione del programmai criminoso di narcotraffico, prevalentemente in esecuzione delle direttive di Roberto Porcaro». Oggi Greco è un collaboratore di giustizia, e in alcuni verbali ha reso dichiarazioni sul suo ruolo all’interno della criminalità cosentina disvelando – a suo dire – business illeciti e uomini legati o appartenenti alla mala bruzia. Lo stesso Greco, nell’inchiesta “Recovery” compare come uomo deputato «direttamente all’acquisto e al rifornimento di stupefacente da immettere nelle zone di spaccio di sua stretta competenza, quindi della relativa commercializzazione e della riscossione dei proventi dell’illecita attività di spaccio». (redazione@corrierecal.it)

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