CASIGNANA «Un ritrovamento impressionante, per qualità e conservazione questi mosaici credo siano unici in Calabria e nel meridione d’Italia. La Calabria non ha nulla da invidiare al resto d’Italia. È una regione che mostra il tratto identitario italiano, le bellezze storiche artistiche, le bellezze naturali, la qualità del cibo, la qualità della vita, l’accoglienza. Quello che manca alla Calabria è un deficit di strutture, un deficit quindi di sviluppo che va sostenuto». Con queste parole, rilasciate al Corriere della Calabria, Stefania Craxi, senatrice e presidente della terza commissione Affari Esteri e Difesa del Senato della Repubblica, ha descritto la Villa romana di Casignana che rappresenta una testimonianza rilevante della ricchezza stilistica, architettonica e della raffinatezza artistica degli edifici nobiliari di epoca ellenistica. L’occasione per ammirare i piani pavimentali mosaicati, che rimandano stilisticamente a collegamenti con aree dell’Africa orientale come l’odierna Tunisia e la Tripolitania, è stato il Dialog Festival di Casignana, che si è svolto nella Locride.
«Il Mediterraneo è una civiltà – ha detto ancora Craxi –. I popoli che si affacciano dal Mediterraneo guardano lo stesso mare da prospettive diverse. La posta in gioco è alta, o vogliamo un Mediterraneo pacifico, luogo di sviluppo condiviso, di pace, di incontro tra culture diverse, e non dimentichiamo che il Mediterraneo ha l’identità che gli regala la cultura ebraica, quella cristiana, quella greca e anche quella arabo-islamica, oppure noi avremo il caos, l’immigrazione incontrollata, il terrorismo. Quindi dobbiamo lavorare affinché il Mediterraneo diventi quella comunità di destini così necessaria, questa è una priorità dell’Italia».
In passato, la proiezione dell’Italia verso il Medio Oriente e i Paesi dell’Africa era particolarmente accentuata. Cosa è successo nel frattempo e soprattutto qual è lo stato dell’arte? «Noi nel Mediterraneo – ha evidenziato Stefania Craxi – siamo accompagnati da un’immagine di positività che abbiamo ereditato dalla Prima Repubblica ed è un’eredità da preservare. In questi anni in Italia e in Europa abbiamo smarrito la via del Mediterraneo. Il piano Mattei ha il merito di averla indicata un’altra volta. I critici dicono che ci sono poche risorse. È vero, ma nell’agenda europea e nell’agenda dei grandi del mondo va rimesso al centro il Mediterraneo».
«Il nostro sistema politico – ha proseguito Craxi – che negli anni 92-94 è stato distrutto, è diventato provinciale. In questi anni non ci siamo resi conto che la politica italiana va guardata con gli occhiali della politica estera. Oggi, che ci troviamo nel periodo più gravido di pericoli per l’umanità della Seconda Guerra Mondiale, questo è ancora più vero di prima e quindi la politica estera è tornata a essere centrale nelle nostre vite».
Una volta la carica di ministro degli Esteri era immediatamente associata per importanza al presidente del Consiglio. Oggi, con la forte personalizzazione anche social della politica, sembra non ci sia una grande consapevolezza dei cittadini verso questo tipo di incarico. «Per anni – ha rilevato Stefania Craxi – si è detto che con la politica estera non si prendono i voti, invece ritengo che sia prioritaria in un Paese come l’Italia che non può che vivere in un consenso generale di nazioni. Dopodiché i cittadini si sono distratti. Una volta c’erano i partiti che con le loro sezioni, con i consigli comunali che si occupavano anche di politica estera, questi temi li ricordavano di più». (redazione@corrierecal.it)
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