VIBO VALENTIA Si è svolta oggi, presso il tribunale di Vibo Valentia, l’udienza del processo contro presunti esponenti della ‘ndrangheta vibonese per una serie di estorsioni e tentate estorsioni nei confronti di alcune ditte operanti sul territorio vibonese. Tra gli imputati Michele Manco, Domenico Camillò, condannato a 26 anni in Rinascita, Andrea Mantella (collaboratore di giustizia), Salvatore Mantella, Vincenzo Mantella, Domenico Macrì, condannato a 19 anni in Rinascita, Francesco Antonio Pardea, condannato a 20 in Rinascita Scott, Salvatore Morelli, Andrea Ruffa, Domenico Serra. Tra gli ammessi come parti civili l’Ased Srl, Gregorio Farfaglia (responsabile Dusty srl all’epoca dei fatti) e la De Nisi Srl.
Tra i reati contestati la tentata estorsione avvenuta in un cantiere appartenente alla ditta De Nisi srl e risalente al febbraio 2022. Secondo l’accusa, Michele Manco si sarebbe avvicinato al cantiere, impegnato in lavori di riqualificazione, intimando il geometra presente a riferire al suo capo di «mettersi a posto con gli amici». È stato lo stesso Maurizio De Nisi, titolare della ditta, a presentare querela orale alla Guardia di Finanza subito dopo il presunto tentativo di estorsione. Dopo il controesame del collaboratore di giustizia Bartolomeo Arena, nell’udienza odierna è stato escusso come teste De Nisi, difeso dall’avvocato Franco Giampà, che ha riferito della telefonata ricevuta dal geometra immediatamente dopo il tentativo di estorsione. «Mi è sembrato spaventato» ha risposto alla pm. «Subito mi sono recato in cantiere, l’ho richiamato durante il tragitto per chiedergli cosa stesse succedendo». Poi «ho chiamato direttamente la Guardia di Finanza, mi hanno dato appuntamento per il lunedì successivo» ha raccontato al pm. Successivamente, è stato escusso anche il geometra che ha ricevuto direttamente le richieste estorsive: «è passato un signore, si è fermato fuori dal cancello e mi ha detto di mettere le carte a posto con gli amici. Poi è andato via e subito dopo è arrivata la Guardia di Finanza per prendere dei documenti. Dopo ho chiamato De Nisi per riferire del colloquio».
De Nisi, anche vicesindaco di Filadelfia dopo aver ricoperto per dieci anni la carica da primo cittadino, ha presentato al Prefetto di Vibo richiesta di accedere al Fondo di rotazione per la solidarietà alle vittime di tipo mafioso. La De Nisi srl, di cui fa parte anche il fratello Francesco De Nisi, consigliere regionale e segretario di Azione, è stata infatti ammessa come parte civile in sei processi contro la criminalità organizzata, tra cui quello odierno e Maestrale. Da sindaco e vicesindaco di Filadelfia, viene specificato nella richiesta presentata in Prefettura, il Comune si è costituito parte civile nel processo Imponimento contro il clan Anello di Filadelfia. A questi si aggiunge la sentenza, passata in giudicato, del processo Overture contro la criminalità cosentina, le cui indagini erano scaturite anche da una denuncia di richiesta estorsiva da parte di Francesco De Nisi per quanto riguarda i lavori che interessavano l’ospedale Annunziata di Cosenza. (Ma.Ru.)
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