TORINO La lotta alla criminalità organizzata e ai settori della pubblica amministrazione e della politica che stringono “patti scellerati” con le mafie; poi gli interventi contro la violenza di genere, e il contrasto “senza tentennamenti e senza timori” ai fenomeni collegati all’eversione e a coloro che “non accettando le regole democratiche, cercano di imporre con la forza la propria visione”. Saranno questi i binari su cui si incardinerà l’azione della procura di Torino sotto la guida del suo nuovo capo, Giovanni Bombardieri, 61 anni, che si è insediato formalmente oggi con una cerimonia celebrata a palazzo di giustizia dal presidente del tribunale, Modestino Villani. Bombardieri, che proviene da Reggio Calabria, ha affermato che per lui “è un grande onore” assumere l’incarico in una sede retta nel corso dei decenni da figure (da Bruno Caccia a Marcello Maddalena, da Giancarlo Caselli ad Armando Spataro e in ultimo ad Annamaria Loreto) “che hanno dato lustro alla magistratura”. Nel corso del suo intervento il neo procuratore generale, Lucia Musti, che si è insediata sabato scorso ha detto che Bombardieri “è l’uomo giusto al posto giusto”. Bombardieri ha parlato della necessità di “non lasciare sole” le vittime di mafia e le persone che denunciano la criminalità organizzata. “E’ importante – ha detto – capire che non è tempo di voltare la faccia da un’altra parte. Troppo spesso abbiamo sentito i testimoni di giustizia affermare di essere stati lasciati soli persino da coloro che ritenevano amici. Per questo rivolto un saluto a tutti quelli che, realmente e lealmente, senza proclami ma con i fatti, sono impegnati nella tutela delle vittime”. Quanto alla violenza di genere, il neo procuratore ha spiegato che si tratta di “un fenomeno tristemente comune a tutto il Paese che purtroppo affonda le radici in un generalizzato problema culturale che non può essere affrontato solo con lo strumento della giustizia penale, ma con misure sociali e anche economiche”. “In ogni caso – ha aggiunto – da parte nostra sarà sempre più decisa la tutela delle persone più deboli, delle persone più esposte all’arroganza di chi pensa di poter affermare con la violenza il proprio potere”. In attesa dell’arrivo del nuovo procuratore l’ufficio è stato diretto dalla vicaria, Enrica Gabetta: “Ti consegno – ha detto al collega – una procura seria, che lavora a testa bassa e che cerca di restare lontano dai clamori mediatici. Anche il personale amministrativo, nonostante una scopertura dell’organico che tocca il 40%, opera con dedizione”. (Ansa)
Il Corriere della Calabria è anche su WhatsApp. Basta cliccare qui per iscriverti al canale ed essere sempre aggiornato
x
x