Più di trenta ambulanze della Croce Rossa del Libano sono impegnate in interventi di soccorso e trasferimento di feriti in ospedale a seguito di esplosioni simultanee che hanno colpito esponenti di Hezbollah nel sud del Paese, nella valle della Bekaa e in alcuni distretti meridionali di Beirut. Secondo l’organismo, altri 50 mezzi sono stati messi in stato di allarme. Stando al quotidiano L’Orient Le Jour, le deflagrazioni sono state innescate da cercapersone, strumenti di comunicazione usati dai membri di Hezbollah per eludere la sorveglianza e il tracciamento da parte dei servizi segreti di Israele. Esperti di sicurezza citati dal giornale hanno ipotizzato un ruolo di Tel Aviv nella manomissione e nella distribuzione degli apparecchi poi finiti nelle disponibilità dell’organizzazione libanese.
Il ministro della Salute libanese Firass Abiad ha dichiarato che otto persone sono state uccise e circa 2.750 ferite, di cui 200 in modo grave, nelle esplosioni di cercapersone in tutto il paese. Le ferite sono state per lo più al viso, alle mani e allo stomaco, ha aggiunto.
Rispetto alle esplosioni dei cercapersone da Tel Aviv non sono giunte né assunzioni di responsabilità né commenti. Oggi il primo ministro Benjamin Netanyahu ha indicato che tra gli obiettivi di guerra di Israele figura il rientro nelle loro case dei connazionali costretti a lasciare il nord del Paese a causa delle tensioni e dei bombardamenti al confine con il Libano.
Un funzionario di Hezbollah, che ha voluto mantenere l’anonimato, ha affermato che l’esplosione dei cercapersone è stata “la più grande violazione della sicurezza” a cui il gruppo abbia mai assistito in quasi un anno di guerra con Israele. Lo riporta Haaretz. Hezbollah ritiene Israele “pienamente responsabile” per l’esplosione simultanea dei cercapersone in dotazione ai suoi membri in Libano e Siria e ha avvertito che lo Stato ebraico avrà la “giusta punizione”.
x
x