AOSTA La Corte di cassazione ha annullato senza rinvio la condanna nei confronti di Salvatore Filice per tentata estorsione: nel processo d’appello-bis sul rito abbreviato di Geenna, lo scorso aprile, si era invece visto confermare la pena inflitta per tentata estorsione e violazione della normativa sulle armi a 2 anni e 4 mesi di reclusione. In particolare, i supremi giudici della sesta sezione penale hanno riqualificato l’imputazione di tentata estorsione in esercizio arbitrario delle proprie ragioni con violenza alle persone, reato – quest’ultimo – che risulta estinto per prescrizione. La Cassazione ha invece dichiarato inammissibile il ricorso proposto da Marco Fabrizio Di Donato, considerato un esponente di spicco della locale di ‘ndrangheta di Aosta, che nell’appello bis sul rito abbreviato di Geenna si era visto ridurre da 9 a 6 anni di reclusione la pena inflitta. Oltre ai casi di Marco Fabrizio Di Donato e Salvatore Filice, una prima pronuncia della Cassazione, nel 2023, aveva confermato interamente la sentenza di condanna per gli altri 11 imputati, sancendo quindi definitivamente l’esistenza di una locale di ‘ndrangheta che operava sul territorio di Aosta.
«Il signor Filice si è sempre dichiarato innocente e noi difensori abbiamo sempre fortemente creduto nella sua innocenza; esprimiamo quindi grande soddisfazione per la decisione della Corte di Cassazione che, dopo una lunga vicenda giudiziaria con ben due giudizi di Cassazione, ha annullato, questa volta senza rinvio e quindi in modo definitivo ed inoppugnabile, la sentenza di condanna per il reato di tentata estorsione». Così l’avvocato Gianfranco Sapia, che ha assistito Salvatore Filice in Cassazione con il collega Luigi Colacino del foro di Crotone e, in primo grado e in appello, con l’avvocata Elena Corgnier di Torino.
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