Non si pronuncia sulla veridicità delle apparizioni a Medjugorje, la Chiesa, ma concede il nullaosta al culto pubblico dei fedeli. «Gli elementi raccolti permettono di riconoscere che sono presenti le condizioni per procedere alla determinazione di un nihil obstat», si legge nella Nota del Dicastero per la Dottrina della Fede pubblicata questa mattina. In altre parole, nessuna presa di posizione sulla soprannaturalità ma si riconoscono gli «abbondanti frutti spirituali legati alla parrocchia-santuario della Regina della Pace» e si formula un giudizio complessivamente positivo sui messaggi pur con alcuni chiarimenti. Quindi i fedeli «sono autorizzati a dare in forma prudente la loro adesione».
In forma prudente, per gli effetti positivi che la devozione ha sul popolo e non per la veridicità o meno delle apparizioni.
«Il Vescovo di Mostar-Duvno emetterà il corrispondente decreto. Il Visitatore Apostolico a carattere speciale per la parrocchia di Medjugorje, che continuerà a svolgere le funzioni a lui affidate, dovrà verificare che, in ogni pubblicazione che raccolga dei messaggi, venga inclusa la presente Nota come Introduzione. Egli stesso opererà poi il discernimento di eventuali messaggi futuri – o di messaggi passati che non siano ancora stati pubblicati – e dovrà autorizzarne l’eventuale pubblicazione, alla luce dei chiarimenti sopra offerti», fa sapere ancora il Dicastero. Ugualmente, «il Visitatore Apostolico prenderà le misure da lui considerate necessarie e guiderà il discernimento pastorale di fronte a nuove situazioni che possano presentarsi, tenendo informato questo Dicastero”. Grazie al nihil obstat “i fedeli sono autorizzati a dare in forma prudente la loro adesione” alla devozione, “sebbene questo non implichi una dichiarazione del carattere soprannaturale del fenomeno». Più esplicitamente: «ricordando che i fedeli non sono obbligati a credervi, il nihil obstat indica che questi ultimi possono ricevere uno stimolo positivo per la loro vita cristiana attraverso questa proposta spirituale e autorizza il culto pubblico. Tale determinazione è possibile in quanto si è potuto registrare che in mezzo ad un’esperienza spirituale si sono verificati molti frutti positivi e non si sono diffusi nel Popolo di Dio effetti negativi o rischiosi».
Il principio viene ribadito più volte nella Nota del Dicastero per la Dottrina della Fede: «la valutazione degli abbondanti e diffusi frutti tanto belli e positivi non implica dichiarare come autentici i presunti eventi soprannaturali, ma soltanto evidenziare che in mezzo a questo fenomeno spirituale di Medjugorje lo Spirito Santo agisce fruttuosamente per il bene dei fedeli».
Pertanto «si invita ad apprezzare e condividere il valore pastorale di questa proposta spirituale. Inoltre, la valutazione positiva della maggior parte dei messaggi di Medjugorje come testi edificanti non implica dichiarare che abbiano una diretta origine soprannaturale. Di conseguenza, quando ci si riferisce a messaggi della Madonna, si deve intendere sempre presunti messaggi». Infatti «alcuni pochi messaggi si allontanano da contenuti così positivi ed edificanti e sembra persino che arrivino a contraddirli. È conveniente stare attenti perché questi pochi elementi confusi non mettano in ombra la bellezza dell’insieme». Ugualmente «per evitare che questo tesoro di Medjugorje sia compromesso, è necessario chiarire alcune possibili confusioni che possono condurre gruppi minoritari a distorcere la preziosa proposta di quest’esperienza spirituale, soprattutto se si leggono parzialmente i messaggi».
Presunti i messaggi, come presunti vengono definiti i veggenti. Raccomanda infatti il Dicastero: «le persone che si recano a Medjugorje siano fortemente orientate ad accettare che i pellegrinaggi non si fanno per incontrarsi con i presunti veggenti, ma per avere un incontro con Maria, Regina della Pace, e, fedeli all’amore che lei prova verso suo Figlio, per incontrare Cristo ed ascoltarlo nella meditazione della Parola, nella partecipazione all’Eucaristia e nell’adorazione eucaristica».
Insomma, ci si deve comportare «come accade in tanti Santuari diffusi in tutto il mondo, nei quali la Vergine Maria è venerata con i più variegati titoli». La decisione delle autorità ecclesiastiche richiama alcune simili prese di posizione che si sono susseguite da quando, nel maggio scorso, sono state promulgate le nuove regole per la valutazione dei fenomeni soprannaturali – in particolare legati al culto mariano – segnate da un forte o da un rilevante seguito popolare, ma su cui gravavano diversi dubbi. Una situazione di potenziale confusione che ha portato anche alla necessaria razionalizzazione dei processi e delle istanze coinvolte nel riconoscimento o meno della veridicità delle apparizioni. Nel corso degli ultimi mesi è stata negata ogni forma di riconoscimento alla cosiddetta Madonna di Trevignano, come anche in un caso analogo a Porto Rico. Nulla posta senza pronunciamento sulle apparizioni invece per un caso in Italia ed uno in Francia. Quello che preme sottolineare alla Chiesa è un «principio decisivo: quando si riconosce un’azione dello Spirito Santo in mezzo a un’esperienza spirituale, ciò non significa che tutto quello che appartenga a quell’esperienza sia esente da ogni imprecisione, imperfezione o possibile confusione». Viene allora ricordato che certi fenomeni «a volte appaiono connessi ad esperienze umane confuse, ad espressioni imprecise dal punto di vista teologico o ad interessi non del tutto legittimi». Questo non esclude la possibilità di «qualche errore d’ordine naturale non dovuto a una cattiva intenzione, ma alla percezione soggettiva del fenomeno».
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