RENDE Sul voto a Rende la cabala riporta al numero 15: è il giorno di novembre entro cui deve arrivare una eventuale proroga della durata dello scioglimento e dunque della terna commissariale. Ma è lo stesso giorno di ottobre e dicembre che definisce l’eventuale finestra elettorale: «Nel caso in cui la scadenza della durata dello scioglimento cada nel secondo semestre dell’anno, le elezioni si svolgono in un turno straordinario da tenersi in una domenica compresa tra il 15 ottobre (data già nei fatti superata) e il 15 dicembre – si legge nel comma 10 dell’articolo 143 del Tuel (Testo unico enti locali) –. L’eventuale provvedimento di proroga della durata dello scioglimento è adottato non oltre il cinquantesimo giorno antecedente alla data di scadenza della durata dello scioglimento stesso», che nel caso rendese è il 28 dicembre.
Sull’ipotesi voto a dicembre è arrivata in queste ore l’accelerazione del Viminale (alle urne il 17 e 18 novembre 2024 con eventuale ballottaggio 1 e 2 dicembre?) ma più d’uno non scarta l’ipotesi primavera. Sul voto amministrativo, infine, pesa anche l’incognita referendum per la città unica: il 5 febbraio 2025 potrebbe essere la data della consultazione indetta da parte di Roberto Occhiuto, ma anche su questa decisione pende un pronunciamento giuridico ovvero il ricorso al Tar che arriva proprio dal comitato cittadino di Rende.
Il passaggio – come indicato da ultimo da Sandro Principe al Corriere della Calabria – non è secondario perché l’eventuale gestazione della città unica su sponda rendese sarebbe in mano non già a un sindaco ma a una figura commissariale, ciò che rappresenterebbe una anomalia più volte segnalata in occasioni di dibattito pubblico dagli attori politici e istituzionali dei tre comuni coinvolti. La venuta del ministro Piantedosi potrebbe fugare tutti i dubbi. (euf)
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