Quasi 120 anni di carcere: è quanto ha chiesto il pm della Dda di Reggio Calabria, Giovanni Calamita, al termine della requisitoria del processo nato dall’inchiesta “Malea”, celebrato con rito abbreviato.
Il blitz, scattato nel 2023, aveva fatto luce sul clan di ‘ndrangheta di Mammola. Secondo quanto è emerso dall’inchiesta, infatti, era in grado di controllare tutto, condizionava l’imprenditoria e le attività nel settore boschivo con il metodo delle estorsioni, e si finanziava, al solito, anche mediante la produzione e il traffico di sostanze stupefacenti.
Alcuni dei suoi presunti membri erano già stati coinvolti, in passato, in inchieste antimafia, ma per la prima volta viene censita e riconosciuta, sebbene in fase cautelare, l’operatività di una vera propria cellula mafiosa nel piccolo centro dell’area jonica.
In 8 avevano optato per il rito abbreviato e, esclusa la richiesta di assoluzione per Raffaele Romeo, il pm ha chiesto: 20 anni per Damiano Abbate; 16 anni e 8 mesi per Salvatore Nicodemo Abbate; 20 anni per Isidoro Callà; 15 anni per Ferdinando Cimino; 8 anni per Fabrizio D’Alessandra; 18 anni Nicodemo Deciso e vent’anni, infine, per Rodolfo Scali.
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