COSENZA Il nome di Salvatore Guido compare nel lunghissimo elenco di indagati nella chiusura dell’inchiesta denominata “Recovery“, coordinata dalla Dda di Catanzaro. L’attività investigativa è considerata «una appendice dell’operazione Reset», maxi blitz che ha disarticolato alcuni presunti gruppi criminali presenti sul territorio cosentino. Guido, inizialmente non coinvolto nell’indagine, nel dicembre del 2023 è stato destinatario di una perquisizione effettuata dai carabinieri di Cosenza, guidati dal comandante Antonio Quarta. Al termine del controllo, i militari avevano rinvenuto un trolley di colore scuro – nascosto in un armadio nella camera da letto del suo appartamento situato in via degli Stadi – con all’interno 389mila euro, divisi in mazzette di vario taglio da 10mila.
Salvatore Guido, fratello dell’ex moglie di Roberto Porcaro – già reggente del clan degli “Italiani” ed ex collaboratore di giustizia – aveva negato di conoscere la provenienza del denaro. Lo stesso è stato poi denunciato con l’ipotesi di reato di riciclaggio. Ieri però è giunta la decisione della Cassazione, che sul sequestro si è espressa annullando con rinvio e accogliendo il ricorso presentato dalle legali di Guido, le avvocate Giorgia Greco e Tanja Argirò. Bisognerà attendere le motivazioni del provvedimento per avere una visione più nitida della decisione presa dagli Ermellini.
L’ipotesi di accusa nei confronti dell’ex cognato di Porcaro è riportata – come dicevamo – nell’inchiesta “Recovery”, Guido avrebbe «ricevuto, detenuto ed occultato nella propria abitazione denaro contante complessivamente pari a 389.900 euro, nello specifico frazionato in mazzette di banconote di piccolo taglio, avvolte da pellicola trasparente e nascoste all’interno di un trolley custodito in armadio». Per la Dda, inoltre, avrebbe «aiutato la propria sorella Silvia Guido ad assicurare il prodotto, il profitto, il prezzo dei reati» per i quali la donna è imputata nel processo “Reset“. All’indagato, l’accusa contesta di aver agito «al fine di agevolare l’associazione di ‘ndrangheta operante a Cosenza e nei comuni vicini, articolata in diversi gruppi funzionalmente autonomi ma organicamente confederati e tutti riconducibili al vertice rappresentato da Francesco Patitucci». (f.b.)
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