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Autonomia differenziata e sanità, il Pd: «In Calabria diritti negati»

La festa dell’Unità a Taverna. Sarracino: «Situazione grave nel paese e in questa regione». Ruotolo: «Reagire contro la “democratura” della Meloni»

Pubblicato il: 22/09/2024 – 12:46
Autonomia differenziata e sanità, il Pd: «In Calabria diritti negati»

TAVERNA La lotta contro l’autonomia differenziata targata Lega-centrodestra che «rischia di aggravare le condizioni già drammatiche della Calabria», la lotta – collegata alla prima – per la difesa dei diritti e della sanità pubblica, la campagna per la tutela, la valorizzazione e il rilancio delle aree interne. Su questi temi particolarmente identitari dell’azione politica del Pd si è snodata la seconda giornata della festa regionale dell’Unità del Pd calabrese: dalla platea di Taverna, luogo simbolo delle ricchezze della Calabria ma anche delle difficoltà nell’erogazione dei servizi, diversi i contributi al dibattito arrivati da esponenti di spicco del Pd calabrese e nazionale. Tre i panel, da quello sul tema della violenza contro le donne a quello sul ruolo degli amministratori dei borghi per finire alla sanità di prossimità.

Marco Sarracino

Autonomia differenziata e diritti

A dominare il tema dell’autonomia differenziata, che vede il Pd impegnato nella battaglia referendaria contro la legge Calderoli, che è la “cornice” dentro la quale si declinano le sfide del Pd. Secondo Marco Sarracino, responsabile Sud della segreteria del Pd, «siamo di fronte a un governo, quello di Giorgia Meloni, che sta mettendo in discussione i nostri modelli di convivenza e sta mettendo anche in discussione l’accesso a una serie di diritti, in particolar modo quello alla sanità pubblica. C’è una situazione molto grave in tutto il Paese, ma in particolar modo in Calabria, e tutto questo – ha rimarcato Sarracino – si aggraverà con l’autonomia differenziata e quindi tenere insieme la battaglia in difesa della sanità pubblica e in difesa dei diritti degli italiani, la battaglia contro l’autonomia differenziata verso il referendum che ci sarà l’anno prossimo è uno degli obiettivi identitari del Pd. Siamo qui non solo per ribadire il nostro sostegno al lavoro che sta facendo il Pd della Calabria ma anche per costruire una mobilitazione popolare verso l’appuntamento referendario». Per l’europarlamentare del Pd Sandro Ruotolo, a sua volta, «diventa sempre più centrale la questione dell’autonomia differenziata, e la nostra battaglia contro l’autonomia differenziata ed è sempre più centrale la battaglia per i diritti: pensiamo soltanto alla sanità pubblica e allo sfascio che c’è in Calabria. Oggi poi – ha sottolineato Ruotolo – dobbiamo segnalare un punto nuovo di svolta da parte di questo governo, che si caratterizza sempre di più di destra, lavorando contro i diritti già acquisiti, controllando l’informazione, mettendo propri uomini e donne dentro le istituzioni culturali. Un governo poi che con il Decreto sicurezza prova a reprimere il dissenso: ci sono elementi di autoritarismo che configurano non più una democrazia ma una “democratura”, e questo è preoccupante. Penso che dovremo reagire».

L’europarlamentare Ruotolo

Le aree interne

Infine il sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, in un panel moderato dal giornalista Ugo Floro, ha collegato questi temi a quello delle aree interne, spiegando che «nelle ultime settimane siamo stati messi ufficialmente a conoscenza di un taglio orizzontale che sta per essere compiuto sul nostro territorio, che riguarda in sostanza la metà delle guardie mediche ad oggi presenti. Uno scempio che rischia di smantellare la rete della sanità territoriale, che in particolare nei territori montani e dell’entroterra risulta vitale per tante comunità. Non ci vedranno complici di questo assurdo attacco al diritto alla salute. Abbiamo già detto, insieme ai colleghi sindaci, che intendiamo opporci con fermezza a questa scelta. Perché spogliare le comunità dei borghi montani dei diritti essenziali come quello alla salute significa condannare quei territori ad un progressivo ed inesorabile declino. Ed è un tema del quale – ha concluso Falcomatà – la politica deve occuparsi, perché riguarda la vita quotidiana di migliaia di cittadini, a partire dalle categorie più fragili». (c. a.)

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