BARI Una ragazza di 19 anni, Antonia Lopez, di Bari, è morta dopo essere stata ferita con colpi di arma da fuoco durante una lite avvenuta la notte scorsa nel lido Bahia beach di Molfetta (Bari).
Tre i feriti: uno è stato colpito da un proiettile al polpaccio destro ed è ricoverato al Policlinico di Bari; gli altri due, feriti lievemente, probabilmente saranno dimessi in giornata. Uno dei feriti è il ventenne Eugenio Palermiti, aspirante boss appartenente all’omonima famiglia mafiosa di Japigia.
Le indagini sono coordinate dalla Procura antimafia di Bari per il presunto coinvolgimento di esponenti di un clan mafioso del rione Japigia di Bari.
Antonia Lopez era la nipote di Ivan Lopez, morto in un agguato compiuto sul lungomare IX maggio di Bari, nel rione San Girolamo, il 29 settembre 2021. Il delitto fu compiuto – secondo l’accusa – da uomini che agirono per conto del clan mafioso Capriati di Bari vecchia e del clan Parisi-Palermiti del quartiere Japigia, in lotta con gli Strisciuglio che avevano il predominio al San Paolo e San Girolamo.
«È stato un attimo. Erano le 2:45, verso la fine della serata, quando questi ragazzi sono arrivati nel mio locale, è accaduta la tragedia. Mai nulla del genere è mai successo nel mio locale». Lo dichiara all’Ansa, Nicola Spadavecchia, titolare del lido Bahia beach. «Io non ero in pista, ero nel mio ufficio – continua l’imprenditore – questo gruppo è entrato e in pochissimo si è scatenato l’inferno. La sicurezza è intervenuta ma era tardi per la ragazza». Sul posto sono ancora in corso indagini e rilievi dei carabinieri che sono coordinati dalla Dda di Bari e «non so ancora se mi sequestrano il locale», aggiunge Spadavecchia. «Siamo vicino alla famiglia della giovane donna rimasta uccisa ma anche noi siamo vittime di questi atti di violenza assurdi», conclude.
«Quanto è accaduto, questa notte a Molfetta, all’esterno del Lido Baiha, con una maxi rissa sfociata in una sparatoria, ci rattrista e ci preoccupa. Non si può morire a 20 anni e non si può morire così al di là delle motivazioni che sono a monte della vicenda. Tutte ingiustificabili. Tutte deprecabili», scrive il sindaco di Molfetta, Tommaso Minervini.
«Siamo vicini al dolore che ha colpito gli affetti della giovane. Confido – dice – nella prontezza e nella capacità investigativa degli inquirenti per la ricostruzione della dinamica degli avvenimenti e l’individuazione dei responsabili. Soprattutto abbiamo necessità di sapere perché proprio qui».
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