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CREMA&AMAREZZA

Il Catanzaro ora preoccupa. Cosenza bello ma senza gol (e terreno di gioco)

I giallorossi faticano ad assimilare i dettami di Caserta. Della settimana rossoblù resta soprattutto «l’intuizione innovativa» di Guarascio

Pubblicato il: 23/09/2024 – 8:13
Il Catanzaro ora preoccupa. Cosenza bello ma senza gol (e terreno di gioco)

Un turno di campionato negativo per le squadre calabresi di B. Entrambe sconfitte in casa per la prima volta in questa stagione da due vere e proprie corazzate che puntano alla promozione in serie A. Il Catanzaro ha mostrato i soliti difetti di approccio alla gara, il Cosenza, pur disputando un’ottima partita, si è arreso ad un Sassuolo cinico che ha sfruttato al meglio uno svarione della difesa di casa.

Il Catanzaro fatica ad assimilare i dettami di Caserta

La seconda sconfitta stagionale, prima al Ceravolo, brucia parecchio in casa Catanzaro. Arrivato sui titoli di coda dell’anticipo del sesto turno, l’1-2 contro la Cremonese ha punito oltremodo la squadra di Fabio Caserta, oggettivamente bruttina nel primo tempo, quando gli ospiti potrebbero far male, decisamente più propositiva e pericolosa nel secondo. Il gol partita, del subentrato Barbieri, condanna le aquile alla sconfitta nel loro miglior momento, quando, operate alcune sostituzioni, i giallorossi tornano al 3-5-2, attualmente più nelle loro corde, rispetto al 4-2-3-1 di partenza e modulo tanto caro al tecnico di Melito Porto Salvo. Un sistema di gioco che ancora non convince appieno. Biasci e Iemmello schierati uno dietro l’altro faticano ad entrare nel vivo della manovra, Petriccione viene spesso tagliato fuori da un gioco che preferisce uno sviluppo in verticale o lungo le corsie esterne. Caserta dovrà trovare il modo per cucire anche addosso a loro, gli elementi di maggior qualità e personalità, il suo credo calcistico. Con il cambio di sistema di gioco, dopo gli innesti di Cassandro e Pagano, le aquile sembrano trovare nuova convinzione e l’ingresso di Pittarello fa il resto offrendo ai compagni un punto di riferimento lì davanti.
Sei punti in sei gare giocate, una media per nulla soddisfacente e numeri che non convincono neanche in fase realizzativa. Appena 5 i gol all’attivo e la più bassa percentuale realizzativa delle azioni create nel torneo. La squadra fa fatica ad assimilare i dettami del nuovo allenatore. Serve tempo, certamente, quando si cambia così tanto, ma perdere terreno adesso, specie in un avvio di stagione che sulla carta sembrava abbordabile, non può far altro che complicare i piani del club.

Crema: la prova, arricchita dal gol, di Mattia Compagnon. Dopo le ottime indicazioni fornite a Cittadella, l’esterno scuola Juve si ripete anche al Ceravolo mostrando di poter essere l’arma in più sulla corsia di destra. Tanta corsa, piedi buoni, grande spirito di sacrificio e innegabile abilità di arrivare alla conclusione. Tra gli esterni offensivi in rosa è quello che, al momento, ha mostrato le cose migliori mentre gli altri, i vari D’Alessandro, Seck e Buso, ancora han fatto vedere davvero poco.
Amarezza: l’ennesimo approccio da rivedere. Anche contro i grigiorossi di Stroppa, così come era successo praticamente in tutte le gare giocate finora, il Catanzaro regala all’avversario almeno 20-30 minuti a causa di un avvio poco convinto e quasi in confusione. Una costante che comincia ad essere preoccupante. La scarsa affinità con il nuovo sistema di gioco, questa volta, non c’entra niente. L’approccio era stato pessimo anche contro il Cesena ma anche nel pre-campionato sotto questo aspetto le aquile non erano state irreprensibili. (Stefania Scarfò)

Fabio Caserta

Il ko immeritato del Cosenza, «l’intuizione innovativa» di Guarascio e il terreno di gioco

La prima sconfitta casalinga del Cosenza è un pugno improvviso nello stomaco. E a squadra e tifoseria lascia più di un rimpianto per una partita decisa dal guizzo di un solo calciatore, nettamente superiore rispetto alla media di ciò che in campo lo circondava. I Lupi contro il Sassuolo non meritavano di perdere (il palo colpito da Mazzocchi e la paratona di Moldovan su Rizzo Pinna in chiusura di partita gridano vendetta), ma è anche vero che se non fai gol, puoi palleggiare, avere idee, corsa e cattiveria agonistica quanto vuoi, ma i risultati, alla fine, sono più o meno questi. E serve a poco, giusto a prendersi applausi e complimenti del pubblico pagante e poi a tornare a casa a guardare bene una classifica che oggi, con quei maledetti quattro punti di penalizzazione, inizia a preoccupare. Il pomeriggio di sabato 21 settembre, conferma, comunque, che Micai e compagni ci sono e lottano insieme ai propri sostenitori per raggiungere una salvezza che si è complicata già dai primi passi di questo torneo di B. Capire fino a quando i rossoblù riusciranno, con l’agonismo e la determinazione, a nascondere i difetti strutturali presenti all’interno dell’organico, non è dato sapere.

Crema: della settimana, quella scorsa, priva di sorrisi pallonari per i colori rossoblù, resterà negli annali il guizzo improvviso di Eugenio Guarascio che, proprio alla vigilia della sfida contro il Sassuolo, ha tirato fuori dal cilindro «un’intuizione innovativa» (parole sue) capace di lasciare a bocca aperta persino i media nazionali: la Champions League di serie B. Che, tra le tante frasi ad affetto presenti nel suo curriculum, supera di gran lunga quella relativa al blocco delle retrocessioni causa Covid con cui tre anni fa interruppe momentaneamente l’assemblea di Lega della serie B, lasciando, anche in quella circostanza, tutti a bocca aperta. Insomma, in un colpo solo il patron lametino è riuscito nuovamente a far parlare di sé. E che sia nel bene o nel male, come al solito, poco gli importa.
Amarezza: la sconfitta col Sassuolo, lo abbiamo detto sopra, è immeritata, anche se arrivata contro una big assoluta del torneo. Ma è anche frutto di una serie di mancanze all’interno della rosa che, alla lunga, rischiano di buttare alle ortiche l’ottimo lavoro svolto fin qui da Alvini e i suoi ragazzi. Questa squadra non può fare a meno di Fumagalli, soprattutto osservando Sankoh, ancora una volta apparso spaesato e non all’altezza della situazione. A tutto ciò va aggiunto il “caso terreno di gioco”, argomento evitato saggiamente dal tecnico silano per evitarsi grattacapi interni, ma chiaramente un limite di non poco conto per una squadra come la sua che prova a giocare palla a terra. Vedere in serie B, da settimane, un manto erboso da campionato dilettanti, è vergognoso oltre che rischioso per le gambe dei calciatori. (Francesco Veltri)

Mazzocchi in azione contro il Sassuolo

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