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Legalità, chi sono i due calabresi insigniti del Premio Caponnetto

Il riconoscimento il 6 dicembre a Pistoia alla criminologa Anna Sergi e al testimone di giustizia Tiberio Bentivoglio, imprenditore

Pubblicato il: 23/09/2024 – 10:35
Legalità, chi sono i due calabresi insigniti del Premio Caponnetto

CATANZARO Ci sono due calabresi nella terna dei vincitori della XII edizione del “Premio nazionale Antonino Caponnetto” per la Cultura della Legalità che sarà consegnato mercoledì 6 dicembre prossimo a Pistoia. I premiati di questa edizione sono: Anna Sergi, di origini calabresi, professoressa ordinaria di Criminologia all’Università dell’Essex in Gran Bretagna e Tiberio Bentivoglio, imprenditore di Reggio Calabria e testimone di giustizia che dal 1992 si è sempre opposto alle organizzazioni mafiose per difendere la sua azienda, una sanitaria a Reggio. L’altro insignito del riconoscimento è Enrico Calamai, diplomatico italiano che nel corso della sua carriera si è distinto per ben due volte mettendo in salvo centinaia di persone dalla dittatura, in Argentina e in Cile. Istituito il 6 dicembre 2011 e quest’anno, organizzato dalla Fondazione “Un raggio di luce”, dal Centro di Documentazione e di Progetto “Don Lorenzo Milani” di Pistoia e dal Coordinamento di Pistoia di Libera Associazione Nomi e Numeri contro le mafie, il Premio Caponnetto vuole rappresentare un gesto di gratitudine per tutti coloro che si sono contraddistinti per il loro impegno sociale e civile portando avanti azioni significative contro ogni forma di potere mafioso, d’ingiustizia e di violenza, favorendo la cultura della legalità.
«Per me – ha detto Anna Sergi, studiosa nota a livello internazionale per le sue ricerche sulla ‘ndrangheta soprattutto in Australia e in Canada – sarà un onore ricevere questo premio e affiancare, oltre ai vincitori di questa edizione, anche i vincitori del passato, tra cui spiccano nomi di cui bisogna avere profonda stima. Sono felice – ha aggiunto ancora la criminologa – che sia stato riconosciuto tanto il mio impegno per il rigore analitico con cui si affrontano temi molto complessi, quanto la compassione, nel senso di passione comune, che provo a inserire nel mio lavoro la Calabria, come esempio di umanità e di amore per la mia terra, prima ancora che di legalità. Che ci siano due calabresi premiati, oltretutto, è anche testimonianza della forza che la gente di Calabria possiede quando reagisce, studia, si informa, e nutre una cultura antimafia». (Ansa)

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