COSENZA «Da maggio ad agosto, a Paola molti gli eventi critici tra le sbarre del carcere: 32 resistenze ed ingiurie, tre proteste collettive con battitura ed un rifiuto di rientrare in cella. Sono 11 i poliziotti feriti, con prognosi fino a 7 giorni». Ennesimo allarme per le carceri della Calabria: e ancora una volta i problemi sono incentrati sull’uso ed il possesso di telefoni cellulari e droga. La denuncia è del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, per voce dei segretari Salvatore Panaro e Gerardo Coscarella. «Il personale del Comando di Polizia Penitenziaria in forza al Reparto di Paola, nelle operazioni di contrasto all’introduzione di sostanze e/o armi all’interno del penitenziario, hanno sequestrato un cospicuo quantitativo di hashish e tre telefoni cellulari. Le operazioni coordinate da ispettori e sovrintendenti della Polizia Penitenziaria hanno intercettato sopra il muro che cinge la Casa Circondariale di Paola il pacchetto oggetto del reato, probabilmente lanciato dall’esterno verso l’interno della struttura carceraria. Questo è un dato interessante dal punto di vista della sicurezza e della legalità, poiché pur in presenza di carenza di personale la polizia penitenziaria riesce a contrastare gli illeciti messi in atto da quei detenuti che credono di poter continuare a delinquere anche nel carcere, ai quali nulla importa della loro rieducazione e inserimento sociale».
Il Sappe sottolinea che il carcere di Paola ospitava, lo scorso 31 agosto, 194 detenuti, a fronte dei circa 180 posti: 41 gli imputati e 153 i condannati mentre gli stranieri ristretti erano 53, il 28% circa dei presenti. Donato Capece, segretario generale del SAPPE, esprime apprezzamento ai poliziotti del carcere paolano per la brillante operazione di servizio condotta, torna a sollecitare interventi urgenti da parte delle Istituzioni: «Non sappiamo più in quale lingua del mondo dire che le carceri devono essere tutte schermate all’uso di telefoni cellulari e qualsiasi altro apparato tecnologico che possa produrre comunicazioni nonché altrettanto necessario è prevedere uno specifico reato penale per coloro che vengono trovati in possesso di cellulari in carcere». E anche «il problema dell’ingresso della droga in carcere è questione ormai sempre più frequente, a causa dei tanti tossicodipendenti ristretti nelle strutture italiane». «Dai dati in nostro possesso sappiamo che quasi il 30% delle persone, italiane e straniere, detenute in Italia, ossia uno su tre, ha problemi di droga. Per chiarezza va ricordato che le persone tossicodipendenti o alcoldipendenti all’interno delle carceri sono presenti per aver commesso vari tipi di reati e non per la condizione di tossicodipendenza», conclude Capece.
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