Una busta contenente tre proiettili e una serie di fogli A4 bianchi è stata fatta recapitare tramite la posta ordinaria, a scopo intimidatorio, a Raffaele Bava, di 67 anni, di Fabrizia, direttore del Distretto sanitario unico comprendente gli ambiti di Vibo Valentia, Spilinga e Serra San Bruno e che ha sede nel Poliambulatorio vibonese. L’episodio si è verificato ieri mattina, ma la notizia si è appresa solo oggi. All’apertura della busta il dirigente della struttura si trovava con alcune persone. Bava comprensibilmente preoccupato e scosso per l’accaduto ha immediatamente sporto denuncia al Comando dei carabinieri di Vibo Valentia che hanno avviato indagini. Nessuna pista viene esclusa sul movente dell’intimidazione.
«Piena solidarietà a Raffaele Bava, direttore del Distretto sanitario vibonese, vittima di una vile intimidazione. Episodi di violenza e minacce nei confronti del personale sanitario stanno diventando sempre più una grave emergenza in tutto il Paese. Le istituzioni hanno il dovere, in questo delicato momento, di non abbassare la guardia, condannare con fermezza tali azioni e trovare le adeguate soluzioni a un fenomeno così inquietante». Così Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria. «Ringrazio il generale Antonio Battistini che alla guida dell’Azienda sanitaria provinciale di Vibo Valentia ha fatto e sta facendo un grande lavoro. Il mio auspicio è che lo Stato intervenga con più decisione e che faccia sentire la sua vicinanza all’Asp e ai cittadini vibonesi» conclude il governatore.
«Massima solidarietà al direttore sanitario Raffaele Bava per l’inquietante messaggio intimidatorio di cui è stato fatto oggetto». È quanto esprime il deputato e presidente della Commissione Bilancio della Camera, Giuseppe Mangialavori, appresa la notizia del ritrovamento di tre proiettili recapitati al dottore Bava nel suo ufficio di località Moderata Durant a Vibo Valentia. «Un episodio inquietante sul quale si auspica che venga fatta piena luce. Al dottore Bava giunga la mia vicinanza», conclude Mangialavori.
Il consigliere regionale e capogruppo di Forza Italia, Michele Comito, esprime «massima solidarietà al collega medico e amico Raffaele Bava», al quale è stata recapitata una busta contenente tre proiettili. «Apprendo che ancora una volta un medico è vittima di violenza, questa volta una violenza subdola come lo è una intimidazione. Un gesto gravissimo che merita una severa condanna. Al contempo rivolgo al dottore Bava tutta la mia vicinanza. Comprendo il suo stato d’animo, di incredulità e scoramento, ma lo invito ad andare avanti – conclude Comito – ed a continuare a lavorare a testa alta, come ha sempre fatto».
«La sanità in questa nostra terra non riesce a trovare pace»: così Francesco De Nisi, consigliere regionale e segretario di Azione in Calabria, sulla busta con tre proiettili fatta recapitare da ignoti all’ufficio di Raffaele Bava, direttore del Distretto Sanitario di Vibo Valentia. «Un gesto incomprensibile, subdolo e cattivo – aggiunge De Nisi – che colpisce un già martoriato settore per il quale, anziché remare tutti dalla stessa parte, c’è chi ragiona con la logica dell’oppressore violento e senza scrupoli. L’attacco al direttore Raffaele Bava, come quelli perpetrati ai danni di tutti i professionisti della sanità ogni giorno sono in prima linea per la tutela della salute dei cittadini, è un attacco a tutto il servizio sanitario nazionale». Dice ancora De Nisi: «Si tratta di un’intimidazione inaccettabile che non riuscirà di certo a condizionare il lavoro del direttore Bava. Siamo, invece, certi che proseguirà la sua attività con serietà, trasparenza e rigore». De Nisi, nell’esprimere a Bava e alla sua famiglia sincera vicinanza personale e istituzionale, invita «a non lasciare soli i manager sanitari» e si dice altresì convinto «del proficuo lavoro delle forze dell’ordine per risalire alla mano di chi, senza scrupoli, ha deciso di porsi, ancora una volta, contro la Calabria e i calabresi».
«Quanto accaduto al dott. Raffaele Bava – ha commentato il consigliere regionale del Pd Raffaele Mammoliti – è inquietante. Segnali così clamorosi appartengono a logiche antidemocratiche, minacciose che turbano la vita dell’intera Comunità e lo stesso svolgimento ordinario del proprio operato, nell’azione amministrativa dell’Asp di Vibo Valentia, già sciolta per infiltrazioni mafiose e in attesa della decisione finale della commissione d’accesso. Nell’esprimere vicinanza e solidarietà al dottore Bava auspico che le Autorità preposte possano, al più presto, ristabilire un clima di maggiore serenità all’interno dell’Asp al fine di favorire sempre più una maggiore trasparenza nell’attività amministrativa, gestionale che non può e non deve cedere mai a ricatti, minacce ed intimidazioni. In questo territorio, nonostante le encomiabili azioni della Magistratura e delle Forze dell’Ordine resta fondamentale il perseguimento del presidio del territorio da parte dello Stato per garantire l’incolumità dei cittadini e per l’affermazione della legalità quale scelta indispensabile per la tenuta democratica, la crescita civile e lo sviluppo produttivo. In tale direzione, spero che la visita di ieri del Ministro dell’Interno Piantedosi, a Catanzaro, possa rappresentare, attraverso provvedimenti concreti, un effettivo segnale di vicinanza e attenzione verso questo territorio e la Calabria».
«Piena solidarietà a Raffaele Bava, direttore del Distretto sanitario vibonese, vittima di una vile intimidazione. Episodi di violenza e minacce nei confronti del personale sanitario stanno diventando sempre più una grave emergenza in tutto il Paese. Le istituzioni hanno il dovere, in questo delicato momento, di non abbassare la guardia, condannare con fermezza tali azioni e trovare le adeguate soluzioni a un fenomeno così inquietante.
Ringrazio il generale Antonio Battistini che alla guida dell’Azienda sanitaria provinciale di Vibo Valentia ha fatto e sta facendo un grande lavoro. Il mio auspicio è che lo Stato intervenga con più decisione e che faccia sentire la sua vicinanza all’Asp e ai cittadini vibonesi». Così il presidente Roberto Occhiuto.
La Cgil Area Vasta Catanzaro-Crotone-Vibo e la Fp Cgil Area Vasta esprimono solidarietà e vicinanza al dottor Raffaele Bava, direttore del Distretto sanitario unico di Vibo Valentia, Spilinga e Serra San Bruno, per il grave atto intimidatorio di cui è stato vittima. “La notizia del recapito di una busta contenente tre proiettili suscita un moto di sdegno «erché rappresenta un gesto inaccettabile che colpisce un professionista che ogni giorno svolge il proprio lavoro con dedizione e serietà, al servizio della comunità», si legge nella nota dell’Area vasta e della Fp Cgil. «Un’intimidazione come quella subita dal dottor Bava – dichiarano i rappresentanti della Cgil –merita una ferma condanna. È un attacco non solo alla persona, ma a tutto il sistema sanitario calabrese, già segnato da gravi difficoltà. Episodi come questo cercano di minare la serenità di chi, con impegno quotidiano, lavora per garantire la tutela della salute dei cittadini e getta un’ombra preoccupante sulla già complessa situazione in cui operano i dirigenti sanitari in Calabria. La sanità pubblica – prosegue la nota della Cgil – deve essere difesa con forza da ogni tentativo di condizionamento o violenza, e chi si trova in prima linea come il dottor Bava merita di essere supportato con tutta la vicinanza istituzionale e sociale possibile». La Cgil Area Vasta e la Fp Cgil Area Vasta, nel ribadire il proprio sostegno a Raffaele Bava, auspicano che le forze dell’ordine facciano luce al più presto su questo inquietante episodio e assicurino alla giustizia i responsabili dell’atto intimidatorio. «La nostra solidarietà va non solo al direttore Bava, ma anche a tutti i lavoratori della sanità, che ogni giorno affrontano situazioni di grande complessità e difficoltà, spesso in contesti ostili e pericolosi. Non possiamo permettere – concludono Cgil Area Vasta e Fp Cgil Area Vasta – che la violenza prevalga. Bisogna continuare a lavorare con serietà e rigore, sapendo di avere al proprio fianco le organizzazioni sindacali e tutta la cittadinanza onesta per garantire non solo un sistema sanitario equo e di qualità, ma anche un contesto sociale in cui creare sviluppo e crescita economica non già paura e insicurezza».
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