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‘Ndrangheta, l’omicidio Gioffrè e i racconti di Pasquino. «I Crea hanno chiesto l’autorizzazione giù»

Il broker catturato in Brasile e collaboratore di giustizia chiama in causa i due fratelli per l’agguato del 2008. «Si sono presi il “Crimine” con l’autorizzazione di Polsi»

Pubblicato il: 26/09/2024 – 10:21
di Giorgio Curcio
‘Ndrangheta, l’omicidio Gioffrè e i racconti di Pasquino. «I Crea hanno chiesto l’autorizzazione giù»

LAMEZIA TERME «(…) in teoria si doveva chiedere l’autorizzazione al “Crimine”, cioè ai Crea, questo perlomeno fino a Big Bang. Ma, in realtà, nessuno si fidava di dirgli le cose perché parlavano troppo. Io se avessi dovuto ammazzare qualcuno, non andavo certo da loro a chiedere il permesso. Sicuramente i Crea quando hanno fatto l’omicidio di Gioffrè hanno chiesto l’autorizzazione giù, perché è successo giù».

Vincenzo Pasquino

Sono le rivelazioni del pentito eccellente Vincenzo Pasquino, il broker classe ’90, nato e cresciuto a Torino, ma considerato membro di spicco dell’organizzazione criminale calabrese e allegate al fermo di indiziato di delitto emesso dalla Dda di Torino nei confronti di sei soggetti ed eseguito dagli uomini della Guardia di Finanza, guidati dal generale Carmine VirnoIl 34enne, infatti, ha deciso di saltare il fosso, collaborare con la giustizia e raccontare ai magistrati antimafia i dettagli di un’organizzazione transnazionale dedita al riciclaggio, al traffico di droga e armi in tutto il mondo e su cui hanno lavorato le Dda di Reggio Calabria, Milano e Genova, insieme agli investigatori di Germania, Belgio e Portogallo.

L’omicidio Gioffrè

Il nuovo collaboratore di giustizia getta una luce sull’agguato avvenuto nella notte tra il 28 e il 29 dicembre del 2008 a Bovalino. In quell’occasione, infatti, numerosi colpi d’arma da fuoco colpirono Giuseppe Gioffrè – all’epoca 51enne – e il figlio di 17 anni. Gioffrè morirà qualche ora dopo, nell’ospedale di Locri, dove era stato ricoverato. Si tratta di un omicidio “eccellente”: Giuseppe Gioffrè, infatti, era considerato all’epoca il boss di Settimo Torinese, e aveva alle spalle precedenti per mafia, droga e riciclaggio, commessi in Piemonte.

Adolfo e Aldo Cosimo Crea (foto La Stampa)

I fratelli Crea

Pasquino, dunque, chiama in causa i fratelli Crea, Adolfo e Aldo Cosimo, mai indagati entrambi per il fatto di sangue. Si tratta, però, di due figure di assoluto livello della ‘ndrangheta torinese, ora tornati in libertà, e detenuti per anni al 41bis: tanto basta per capirne la caratura e il ruolo di veri “capi” della criminalità organizzata calabrese sul territorio.
I due fratelli, insieme a Franco D’Onofrio, erano stati indicati nella sentenza “Minotauro” a capo di un’articolazione che all’epoca però non era stata tata ricondotta ad una precisa tipologia secondo le categorie ‘ndranghetistiche, ma certamente era una componente del “fenomeno associativo” piemontese.
I Crea erano detenuti al 41bis perché «affiliavano nuove leve in carcere – nell’ora d’aria o in palestra -, celebravano i riti arcaici della ‘ndrangheta in nome dei cavalieri di Spagna ristretti dietro le sbarre del Lorusso e Cutugno, mandavano all’esterno messaggi durante i colloqui, decidevano quali vittime “attenzionare” e quali “stringere” con il loro marchio di fabbrica: le estorsioni».
I due Crea, come detto, non sono mai stati indagati per l’omicidio Gioffrè avvenuto a Bovalino, ma era lui stesso, in una vecchia intercettazione, a lamentarsi dei due fratelli: «(…) che stiano alla larga dove ci sono io» dice in una telefonata «(…) se questo rompe i c… davvero ci saranno brutte discussioni. Questo zingaro di m… (Adolfo Crea ndr) che è scappato da casa sua e viene qua e comanda qua sopra…».

vincenzo pasquino ndrangheta

«I Crea si sono presi il Crimine»

Vecchie storie irrisolte, dunque, di una ‘ndrangheta che appare arcaica e lontana dalle dinamiche attuali, ma che tornano a riecheggiare e ad aprire squarci. «Prima che arrivassero i Crea, il Crimine ce lo aveva Natale Romeo di San Giusto, Torino era loro» racconta ancora il pentito. «Non si muoveva una foglia se non passava da lui. Poi sono arrivati i Crea, si sono azziccati tutte le bande ed hanno preso il Crimine loro, per questo c’è un’autorizzazione da giù, arriva da Polsi l’autorizzazione per prendere il Crimine». E ancora: «I Crea pagavano i Pelle per poter arrivare al Crimine. I Crea sono arrivati per scappare alla faida del loro paese (Stilo ndr), non ricordo l’anno. Poi i Crea finiscono prima con Minotauro e poi con Big Bang. Io poi lì non c’ero più e quindi non so bene cosa riferire». (g.curcio@corrierecal.it)

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