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Bombardieri: «Provare il pagamento di una tangente sarà sempre più complicato»

L’ex procuratore di Reggio mette in allerta sulle nuove norme. «La ‘ndrangheta non ha colore politico»

Pubblicato il: 28/09/2024 – 8:41
Bombardieri: «Provare il pagamento di una tangente sarà sempre più complicato»

«Per la mia esperienza in Calabria posso dire che si è passati da una criminalità capace di creare veri e propri “soggetti politici” dal nulla, senza una storia d’impegno politico alle spalle, e che una volta raggiunto il successo elettorale venivano considerate persone a loro disposizione, a singoli candidati che si avvicinano alla ’ndrangheta e cercano l’appoggio dei clan per essere eletti». Lo ha detto in una intervista rilasciata a Lirio Abbate per “Repubblica” l’ex procuratore della Distrettuale antimafia di Reggio Calabria, Giovanni Bombardieri, ora a capo della Procura di Torino.
«Dalle indagini non possiamo fare a meno di rilevare che alcuni soggetti politici» ha detto ancora Bombardieri «ripeto non bisogna generalizzare, tentano di percorrere la scorciatoia del consenso elettorale che nasce dall’appoggio di famiglie della ’ndrangheta, pur di arrivare al successo. E badiamo bene la ’ndrangheta non ha colore politico».
Nella sua intervista, Giovanni Bombardieri affronta, poi, il tema degli strumenti normativi. «Alcuni reati spia della corruzione sono venuti meno, come l’abuso d’ufficio, che a volte poteva nascondere una vicenda di corruttela di cui non si riusciva a provare il passaggio di denaro. Ecco, senza queste norme, è più complicato arrivare a provare il pagamento di una tangente; riuscire a provare quel passaggio di denaro che si nasconde dietro il semplice abuso che è invece una corruzione».
E, a proposito di corruzione, spiega: «La criminalità organizzata ha un maggiore interesse a corrompere piuttosto che usare mezzi violenti. Spesso i clan corrompono ben sapendo che il ricorso all’intimidazione è più visibile e rischioso. Inoltre, accertare gli episodi di corruzione, e provarli davanti ai giudici, è molto complicato».
A Repubblica l’ex procuratore reggino ha parlato di “zona grigia”, quella cioè rappresentata dalla «commistione fra economia, soggetti politici, organizzazioni criminali, e non bisogna pensare alla ’ndrangheta che spara, ma a veri e propri centri di potere che manovrano affidamenti di appalti o concessioni economiche. Una zona grigia manovrata, a volte, da uomini della ’ndrangheta, i cui affari non sono basati solo sui traffici internazionali di cocaina e sulle estorsioni, ma realizzano vere e proprie infiltrazioni nell’economia legale».  

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