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l’intervista

Corte d’appello di Reggio Calabria, manca oltre il 50% di organico. Chiaravalloti: «Situazione complessa»

La presidente: «Serve maggiore attenzione». Laganà (Csm): «La Corte più gravata d’Italia, dal Ministero l’impegno ad aumentare i concorsi»

Pubblicato il: 29/09/2024 – 7:45
di Mariateresa Ripolo
Corte d’appello di Reggio Calabria, manca oltre il 50% di organico. Chiaravalloti: «Situazione complessa»

REGGIO CALABRIA «La situazione della Corte d’Appello di Reggio Calabria è complessa: c’è una scopertura di organico che è superiore del 50%. C’è una grande volontà dei magistrati, un grande senso del dovere, però sicuramente dovrebbe esserci una maggiore attenzione rispetto alla copertura dell’organico». Così ai microfoni del Corriere della Calabria la presidente della Corte d’appello reggina Caterina Chiaravalloti, che sulla situazione che definisce «complessa» rispetto alla scopertura di gran parte dell’organico in un distretto particolarmente impegnato sul fronte dei processi penali, spiega ancora: «Non è solo un problema numerico ma anche di rilevanza dei processi, e perché ci sono obiettivi pretenziosi ai fini prefissati dal Pnrr che ci impongono un aumento della produttività e un raggiungimento di un disposition time che sia il più conforme alle esigenze di celerità della Giustizia». E non è casuale la scelta di Reggio Calabria come location del convegno dal tema “Le intercettazioni telefoniche, le valutazioni di professionalità, le riforme costituzionali: approdi e prospettive”, organizzato dall’associazione di magistrati Unità per la Costituzione (UniCost) in collaborazione con il Centro Studi “Nino Abbate” e la Rivista “Diritto, Giustizia e Costituzione”: «La scelta della sede ci gratifica ed è anche conseguenza della nostra realtà processuale, soprattutto nel settore penale», afferma Chiaravalloti che sul tema intercettazioni spiega: «C’è un’esigenza di armonizzare le norme nazionali, l’interpretazione delle norme nazionali con la giurisprudenza sovranazionale e le norme sovranazionali, e soprattutto con la giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell’uomo che si è interessata moltissimo a questa tematica cercando di trovare un punto di equilibrio nel bilanciamento di interessi tra la tutela della segretezza delle comunicazioni e il diritto dello Stato ad esercitare la sua pretesa punitiva soprattutto per determinate tipologie di reati, atteso che spesso l’attività investigativa richiede l’utilizzo di strumenti invasivi come lo strumento intercettivo».

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Laganà (Csm): «La Corte più gravata d’Italia, attenzione altissima»

E sulla scopertura di organico presso la Corte d’appello reggina si è espresso anche il consigliere del Csm Antonino Laganà: «E’ la Corte più gravata d’Italia da questo punto di vista, ma se guardiamo i numeri, grazie alla professionalità di chi dirige e di chi lavora, non siamo certamente secondi a nessuno. Ma non ci nascondiamo dietro un dito, chi parla in questo momento si batte quotidianamente al Consiglio superiore. Non esistono bacchette magiche, il Ministero sta facendo un’opera straordinaria per cercare di aumentare il numero di concorsi, per cercare di immettere nei limiti del possibile un numero superiore di magistrati da destinare prima di tutto qui. Qui devono venire anzitutto i magistrati che credono nella rinascita del Meridione, nel combattere la ‘ndrangheta sempre e solo con le armi giuridiche previste dalla Costituzione».

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