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Sanità, Fp Cgil Medici fa visita all’ospedale di Vibo: «Servono riforme e assunzioni»

Tappa della carovana “Curiamoci di noi” allo Jazzolino. Il segretario nazionale Andrea Filippi: «Senza organizzazione si favoriscono infiltrazioni»

Pubblicato il: 01/10/2024 – 18:49
Sanità, Fp Cgil Medici fa visita all’ospedale di Vibo: «Servono riforme e assunzioni»

VIBO VALENTIA Mettere al centro i professionisti e gli operatori sanitari, ripartire dalle loro problematiche per salvaguardare la salute dei cittadini.  è l’obiettivo che si pone la campagna nazionale “Curiamoci di noi” della Fp Cgil Medici, un tour in tutta Italia per «ascoltare le difficoltà del personale sanitario». Stamattina per la carovana del sindacato tappa all’ospedale Jazzolino di Vibo Valentia, presidio di una sanità vibonese scossa dalle criticità quotidiane e dal recente scioglimento dell’Asp per infiltrazione mafiosa. I rappresentanti locali, insieme al segretario nazionale di Fp Cgil Medici Andrea Filippi, sono entrati nel nosocomio per valutare le condizioni di lavoro e confrontarsi con il personale. Presenti anche alcuni esponenti della politica locale, tra cui il consigliere regionale Raffaele Mammoliti e il presidente del Consiglio comunale di Vibo Antonio Iannello. La campagna è proseguita nel pomeriggio a Mesoraca, per poi spostarsi domani a Locri e Polistena. Il 3 ottobre sarà il turno di Cosenza, per poi chiudere il tour calabrese il 4 a Castrovillari.

Filippi: «Le problematiche le conosciamo tutti»

«Stiamo girando tutta Italia con la carovana “Curiamoci di noi” che vuole mettere al centro i professionisti. Per salvaguardare la salute dei cittadini bisogna ripartire dalle problematiche che i professionisti devono poter raccontare ed esprimere». A dirlo ai microfoni del Corriere della Calabria è il segretario nazionale Andrea Filippi, che stamattina ha incontrato il personale dell’ospedale Jazzolino. «Noi stiamo girando per i luoghi di lavoro, anche perché il sindacato ha diritto di entrare nei luoghi di lavoro, proprio per presidiarli e intercettare le problematiche che i professionisti raccontano in modo specifico territorio per territorio». Dall’organizzazione del lavoro alla carenza di personale, oltre allo smantellamento dei servizi in termini strutturali «e come nel caso di questo territorio, anche in termini gestionali. Siamo in uno scioglimento di un commissariamento, in una situazione davvero drammatica» aggiunge Filippi.

«Dove non c’è organizzazione si favoriscono le infiltrazioni»

«Un professionista – aggiunge – deve garantire la salute e per farlo deve essere messo nella possibilità di esprimere la qualità delle cure, mentre invece si ritrova come anello di montaggio di una catena che non funziona ed è disorganizzata». E dove non c’è organizzazione, spiega il segretario, «vengono favorite le infiltrazioni, dove non c’è una struttura che tiene e che fa da scudo si favoriscono anche situazioni di malaffare». La crisi del sistema sanitario, per Filippi, si affronta «tramite la riforma del Servizio Sanitario Nazionale che sani quelle controriforme che in questi anni hanno smantellato i servizi a partire dell’assistenza territoriale». Critico il sindacato con le recenti misure, che hanno portato a «concentrare come unico imbuto gli ospedali».

«Il problema è che non ci sono risorse»

Per questo c’è bisogno «ripartire dall’assistenza territoriale, ridefinire i rapporti di lavoro dei professionisti che dovrebbero lavorare nelle case di comunità e un piano assunzionale straordinario che le riempia di personale. Con questo governo stiamo solo vedendo toppe che peggiorano il buco con uno spreco di risorse». Filippi cita l’esempio della detassazione delle prestazioni aggiuntive che «levano risorse all’assunzione di personale. Oggi dicono e sbandierano che leveranno il tetto di spesa al personale. La realtà è che non ci sono risorse, quindi non si assume». Ripartire per il sindacato, dunque, da riforma e assunzioni. Dello stesso avviso il responsabile provinciale Cgil Medici Valerio Manno: «La carenza di organico comporta una serie di problematiche che prima non conoscevamo, bisogna lavorare bene in alcuni settori, specialmente in quello d’urgenza ed emergenza dove ci sono le più grosse carenze». (Ma.Ru.)

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