CROTONE Lo sforzo di celebrare una seduta del consiglio comunale all’insegna dell’unità è stato vanificato dal voto che ha concluso i lavori. E’ stata bocciata una proposta di legge da inviare alla valutazione del consiglio regionale della Calabria, sulla vicenda della bonifica, avanzata dal capogruppo di “Stanchi dei soliti”. La seduta del consiglio comunale aperto era stata chiesta da 12 consiglieri, primo firmatario Igino Pingitore. Prima della convocazione si era già capito che la maggioranza, che sostiene il sindaco Vincenzo Voce non aveva gradito l’iniziativa messa in campo da Pingitore. La richiesta di convocazione era stata formalizzata nel mese di agosto e la data scelta è stata quella dell’1 ottobre. Se ci fosse stata condivisione la convocazione sarebbe scattata prima. Quando si è capito che si voleva fare ostruzionismo, lo stesso Pingitore ha proposto un rinvio. A suo parere, l’invito alle autorità non era stato inviato per tempo e temeva che l’iniziativa potesse trasformarsi in un flop.
La conferenza dei capigruppo, lo scorso 27 settembre, su proposta del presidente del Consiglio, Mario Megna, si è espressa contraria al rinvio e già in quella occasione la maggioranza ha fatto prevalere i numeri. La convocazione non è stata comunque un flop, perché questa sera l’emiciclo del Comune di Crotone era stracolmo. I lavori sono stati aperti da un intervento del sindaco Voce che, in prima battuta, ha annunciato che Comune, Provincia e Regione hanno notificato agli interessati il ricorso avverso al Decreto 1 agosto, emesso dal direttore generale del settore Economia circolare e bonifiche del ministero dell’Ambiente, Luca Proietti. I tre enti compatti si rivolgono al Tribunale amministrativo regionale della Calabria per chiedere l’annullamento del Decreto attuativo della Conferenza dei servizi del 26 giugno scorso. Il ricorso al Tar contro il Decreto era stata già annunciata due mesi fa, all’indomani dell’emanazione del Decreto da parte di Proietti.
Il primo intervento sull’ordine del giorno è di Pingitore, che ha spiegato le ragioni che hanno spinto 12 consiglieri a chiedere la convocazione. Ha illustrato la grave situazione in cui versa la città per la presenza delle scorie industriale, di altri impianti che lavorano rifiuti, di parchi eolici e altro. Una situazione diventata insostenibile che ha una tragica ricaduta sulla salute dei cittadini. Ha concluso annunciando la proposta di legge da sottoporre alla valutazione del consiglio regionale calabrese. Una legge con sei articoli.
Il dibattito vero e proprio è stato avviato da un intervento di Mario Oliverio, ex presidente della giunta regionale calabrese. Oliverio rivolgendosi a Voce gli ha detto di «non essere interessato a candidature», non essendo, tra l’altro, un cittadino di Crotone e che era stato lui a utilizzare le battaglie ambientaliste per costruirsi la carriera politica. «Il mio, invece, è un impegno scevro da interesse personale», ha aggiunto . «Ritengo – ha sottolineato – che i cittadini di Crotone meritano rispetto». Oliverio ha raccontato la sua esperienza di presidente della Regione «per fare ripartire la bonifica che era ferma da molto tempo». E’ partita la fase 1 e dopo «tre anni di confronto serrato è partita anche la fase due». Ha spiegato la ratio che ha portato all’approvazione del Paur (Procedimento autorizzatorio unico regionale) di trasportare i rifiuti fuori dalla Regione e cioè la certificazione degli istituti scientifici sulla grave situazione ambientale presente a Crotone. Oliverio ha anche indicato le discariche disponibili nel territorio europeo per il conferimento dei veleni di Crotone. Dopo avere denunciato il comportamento del ministero dell’Ambiente che non ha inteso tenero conto della volontà espressa da Regione, Provincia e Comune sulla necessità di smaltire fuori dal suolo calabrese i veleni, l’ex governatore ha anche rivolto un appello a Voce, suggerendogli di guidare alcuni movimenti per difendere la città contro coloro che si oppongono alla bonifica. Voce ha voluto subito replicare, accusando l’amministrazione regionale presieduta da Oliverio di avere la responsabilità per l’approvazione del Pob fase 2, che di fatto lascia nell’area industriale di Crotone i veleni più pericolosi. Il sindaco ha reagito “nervosamente” anche nei confronti dell’ex parlamentare Elisabetta Barbuto. In questa prima fase del dibattito sono intervenuti Roberto Salerno, ex presidente della Camera di commercio, Enzo Filareto, ex comitato Europadiso, Vincenzo Garruba, Antonio Bevilacqua, Giovanni Capocasale e Filippo Sestito. E’ toccato, poi, al consigliere regionale Antonello Talerico, che ha detto di parlare per conto e per nome del presidente della giunta regionale, Roberto Occhiuto, e del consigliere regionale Ferdinando Laghi. Dei tre sindaci presenti (Rocca di Neto, Scandale e Strongoli), sono intervenuti Alfonso Dattolo e Antonio Barberio, mentre hanno dato il loro contributo i rappresentanti di Cgil (Enzo Scalese), Cisl (Daniele Gualtieri) e Uil (Fabio Tomaino). Il presidente della Provincia, Sergio Ferrari, che ha difeso il ruolo dell’ente che rappresenta ed ha sottolineato l’unità di intenti dei tre enti locali che sono uniti nel chiedere il trasferimento fuori dalla Regione dei veleni. L’ultimo intervento è stato riservato al commissario per la Bonifica, Emilio Errigo, che ha detto a chiare lettere che «non si può pensare di lasciare i rifiuti dove sono in questo momento» e che, quindi, almeno 370.000 tonnellate dovranno essere smaltiti a Columbra, dove, tra l’altro, arrivano rifiuti da ogni parte d’Italia. Errigo ha anche detto che la quantità dei rifiuti da smaltire andrebbe addirittura oltre quella indicata di 1.145.000 tonnellate. Potrebbe essere necessaria un’altra discarica e per questo aveva avanzato la proposta di un impianto pubblico. E’ stata comunque avviata un’attività di ricerca sulla disponibilità di discariche sia in Italia che all’Estero e sono stati impegnati nella ricerca sia le forze di polizia che i servizi segreti. E’ evidente che non c’è una convergenza tra quello che dice Errigo e i tre enti locali. Errigo intende chiudere la partita della bonifica utilizzando anche il suolo calabrese e i tre enti sono su altre posizioni. Dopo il primo intervento di Errigo è iniziata la terza fase del consiglio comunale, quella che ha visto i consiglieri porre domande.
L’ultimo atto è stato rappresentato dalla proposta di legge illustrata da Pingitore, che è stata, in prima battuta, impallinata dal consigliere Danilo Arcuri, che ha sollevato dubbi sulla presenza di possibili vizi di legittimità. Il vicesindaco, Sandro Cretella, ha illustrato i pericoli di illegittimità della presentazione della proposta Pingitore mentre Salvo Riga, di Azione, ha parlato di scorrettezza istituzionale da parte della maggioranza. Secondo Riga, Cretella avrebbe dovuto avvisare Pingitore e insieme costruire una proposta senza rischi. Il sindaco non ha espresso alcun giudizio, ma a seguire altri rappresentanti della maggioranza hanno mostrato contrarietà nei confronti della proposta di legge presentata da Pingitore. Il voto è stato espresso da 24 consiglieri presenti: undici contrari, 8 favorevoli e cinque astenuti. Ha vinto la linea che non vuole mettere in discussione l’alleanza con il presidente della Regione e con la Provincia.
x
x