RENDE Alessandro Soranzo, ricercatore del Dipartimento di Fisica dell’Università della Calabria, svela i segreti del sorriso della Monna Lisa. Lo studio (disponibile qui e di cui il Corriere della Calabria aveva dato notizia a luglio) evidenzia come la percezione di contentezza o malinconia nell’enigmatico sorriso della Gioconda di Leonardo da Vinci sia influenzata dalla visibilità dei dettagli nell’area attorno alla bocca.
Soranzo spiega come questa parte del viso della donna raffigurata nel celebre dipinto – definita “tocco artistico di ambiguità” – giochi un ruolo fondamentale nell’espressione percepita. Questa ricerca propone una nuova interpretazione fondata sulla teoria psicologica dell’organizzazione percettiva, svelando un “segreto” che è tra i motivi che stanno alla base dello straordinario successo dell’opera di Leonardo.
Il video è stato realizzato da Kino Lab (DISPeS) e dal Servizio Comunicazione Unical ed è il primo episodio della web serie “Le ricerche svelate” che vuole raccontare alcune delle più interessanti ricerche condotte all’Università della Calabria.
Soranzo è da poco in forze all’Unical, e questa è già una buona notizia perché per una volta non si parla di un cervello “in fuga” ma di rientro dopo oltre vent’anni di lavoro in Inghilterra come professore di psicologia cognitiva. Una conoscenza che da tempo Soranzo applica all’arte e in particolare alla Gioconda: di recente ha firmato una pubblicazione, a qualche anno da una sorprendente scoperta sullo stesso tema che aveva catturato l’attenzione della stampa e media internazionali: su Vision Research aveva dimostrato – in coppia con Michael Newberry, suo collega alla Sheffield Hallam University – che il sorriso più famoso e insieme enigmatico della storia dell’arte era stato già dipinto da Leonardo ne “La bella principessa” (databile attorno al 1495 dunque precedente di circa un decennio rispetto al più celebre dipinto oggi esposto al Louvre).
Il suo ultimo lavoro s’intitola “The psychology of Mona Lisa’s smile” ed è stato pubblicato sulla rivista scientifica internazionale Scientific Reports del gruppo Nature. Questo studio fa luce sull’intersezione tra psicologia e arte, offrendo nuove prospettive su capolavori senza tempo.
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