LAMEZIA TERME Introdotta come normativa emergenziale la legge sullo scioglimento dei comuni per infiltrazioni mafiose è divenuta, lecito affermarlo, strutturale portando dal 1991 fino ad oggi a 387 provvedimenti di scioglimento, 463 gli accessi ispettivi. Coinvolti 280 comuni e 7 aziende sanitarie, l’ultima in ordine di tempo e per la seconda volta l’azienda sanitaria provinciale di Vibo Valentia. Sono 19, invece, i Comuni sui quali si è abbattuta la scure dello scioglimento per ben tre volte, tra essi spicca – per dimensioni – il caso di Lamezia Terme. La legge ha raggiunto i 33 anni di vita e moltissime sono le obiezioni rispetto alla sua formulazione ed all’operatività in concreto, nonostante nel 2009 il legislatore sia intervenuto con una modifica per rendere meno ampia la discrezionalità delle Commissioni di accesso inviate negli enti locali dai Prefetti. Obiezioni che si fanno ancor più dure con riferimento alle interdittive antimafia disposte nei confronti delle imprese.
Temi, insomma, di straordinaria attualità e che saranno al centro di “Supplemento di indagine”, il format de L’altro Corriere TV (Canale 75) in onda questa sera alle ore 20.40.
Ospiti di Danilo Monteleone, in un dibattitto di elevato spessore tecnico e politico, Doris Lo Moro, che esordì in politica diventando sindaco di Lamezia Terme dopo il primo drammatico scioglimento del Consiglio comunale della città della Piana, e l’avvocato Oreste Morcavallo, tra i più affermati amministrativisti italiani.
«Nel 2009– ha osservato l’avvocato Morcavallo – il legislatore ha inteso modificare la norma temperando queste gravissime sanzioni ed aggiungendo alla parola “collegamenti” gli aggettivi concreti, univoci e rilevanti, una modifica sostanziale ed importante. Io ho difeso molti enti locali da questi provvedimenti di scioglimenti, ne difendo qualcuno anche ora e devo dire che purtroppo le commissioni di accesso si sono fermate alla prima stesura della legge. Se guardiamo le relazioni ministeriali – ha aggiunto Morcavallo – leggiamo di carenze sul piano amministrativo, sul piano della opportunità ma tutto questo è altro rispetto alle infiltrazioni mafiose». Da parte sua l’ex sindaco ed ex magistrato Doris Lo Moro ha osservato: «Il dato di fondo è che i cittadini ed anche gli amministratori guardano in maniera oramai disillusa a questa legge perché, dopo gli scioglimenti non cambia niente. Il problema di fondo è che la politica non da risposte». «Un dato da approfondire – ha aggiunto Lo Moro – è quello per cui ci si dimentica che non c’è solo il diritto di elettorato attivo e passivo ma c’è anche il dovere di amministrare le città, di fare politica, di svolgere funzioni pubbliche con disciplina e onore. Un sindaco di fronte allo scioglimento dovrebbe prendere atto che è successo qualcosa di irreparabile dal punto di vista della disciplina e dell’onore, invece, succede che ci sono ricandidature e discorsi che si trascinano quasi che non fosse possibile trovare una soluzione diversa». (redazione@corrierecal.it)
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