LAMEZIA TERME In Calabria cosa succederà al campo largo, e all’asse sui cui si fonda, l’alleanza Pd-M5S? La questione politica probabilmente è prematura, ma è abbastanza prevedibile che lo “strappo” compiuto dal leader pentastellato Giuseppe Conte nei confronti dei dem di Elly Schlein, strappo vistoso e deflagrante a livello nazionale, avrà conseguenze anche sui territori. E tra i territori, la Calabria forse è uno di quelli più significativi come banco di prova per la tenuta di questa alleanza. Perché la Calabria è stata una delle regioni laboratorio, forse addirittura la prima regione laboratorio, dell’abbraccio tra Pd e Movimento 5 Stelle una volta che il Movimento 5 Stelle ha dismesso la sua vocazione guerrigliera per assumere una veste più partitica, grazie alla guida di Conte, che con il Pd ha tra l’altro governato a lungo a Palazzo Chigi. E questo abbraccio ha anche portato a risultati elettorali positivi. Certo, il primo “esperimento”, le Regionali dell’ottobre del 2021, non ha avuto un esito confortante, ma era scontato che il centrodestra di Roberto Occhiuto stravincesse contro un centrosinistra che si era presentato addirittura con tre candidati governatori, ma quel precedente è servito a delineare una traccia, con la condivisione della candidatura di Amalia Bruni.
Una traccia che ha avuto addentellati più positivi, se si pensa che il centrosinistra, nel cui alveo il Movimento 5 Stelle si era ormai posizionato nel territorio calabrese, nelle stesse ore in cui perdeva le Regionali vinceva al Comune di Cosenza, e qualche mese dopo avrebbe vinto al Comune di Catanzaro: buon ultimo, il successo al Comune di Vibo Valentia, con la vittoria del sindaco dem Enzo Romeo spinta in campagna elettorale dalla Schlein (più volte) ma, con convinzione, anche da Conte. In più, i due segretari regionali, Nicola Irto per il Pd e Anna Laura Orrico per M5S, hanno dato la impressione di dialogare bene, sicuramente meglio anche rispetto a Schlein e Conte… Insomma, un cammino comune, in Calabria, tra Pd e Movimento 5 Stelle, nel complesso incoraggiante anche se ovviamente mai perfettamente sincronizzato per quell’alone di sospetto che i pentastellati comunque sembrano portarsi dietro nei confronti dei partiti dalle radici e dalle tradizioni più profonde. Quest’ultima dinamica a esempio la si può vedere nei lavori in Consiglio regionale: non sono state poche le occasioni nelle quali dem e M5S hanno votato in modo diverso a Palazzo Campanella, chi contro chi astenendosi, e su singoli temi – a esempio la Città Unica di Cosenza, con il Pd sostanzialmente pro e M5S contrario – si sono disallineati. Ma tutto sommato l’alleanza in Calabria ha funzionato (e funziona) abbastanza. Ora si tratta di capire che succederà, anche in Calabria, se la rottura tra Conte e Schlein si rivelerà davvero insanabile. Gli analisti al momento non vedono ripercussioni particolari, almeno non nell’immediato, ritenendo che c’è un livello nazionale da tenere ben distante da quello regionale. Ma oltre l’immediato chissà. All’orizzonte, da qui ai prossimi anni, peraltro, in Calabria ci sono appuntamenti elettorali, dalle Amministrative in importanti città per finire alle Regionali, e un centrosinistra senza un forte asse come quello tra Pd e M5S rischia di andare incontro a un destino pieno di sconfitte. E poi c’è anche da fare i conti con i tormenti interni ai due partiti, non solo al Pd ma anche al MS5, con lo scontro al calor bianco tra Conte e Beppe Grillo (anche se i pentastellati calabresi sono maggiormente orientati verso l’ex premier), considerando poi che, se dovesse (ri)correre da solo, il M5S, a differenza del Pd, non ha ancora in Calabria quella organizzazione e quel radicamento che sono comunque decisivi per entrare nelle istituzioni. (a. cant.)
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