CATANZARO «Abbiamo deciso di assumere un’iniziativa così importante e impegnativa proprio per denunciare la cronicizzazione della crisi in cui versa il sistema giustizia in Calabria». Lo ha detto il presidente della Camera Penale “Cantafora” di Catanzaro, Francesco Iacopino, che ha presieduto l’assemblea degli avvocati catanzaresi convocata per illustrare le ragioni dell’astensione per 11 settimane dalle attività giudiziarie decisa dal Coordinamento delle Camere penali della Calabria: un’astensione “a staffetta”, ora è il turno del distretto di Catanzaro. «Un’iniziativa storica», ha aggiunto Iacopino ricordando che le Camere penali calabresi «hanno posto due grandi temi. Il primo: non si può amministrare giustizia con gli slogan e a costo zero ma servono risorse, uomini e mezzi. Il tribunale di Catanzaro ormai cronicamente è sottodimensionato a livello di organico. C’è una pianta organica già sulla carta non adeguata rispetto alle dimensioni del Distretto: il numero di giudici realmente applicati negli uffici giudiziari è insufficiente e questa carenza di organico la registriamo particolarmente negli uffici dove si decide la libertà personale degli individui. Se ci sono che se ci sono 100 domande e 3 giudici che devono decidere sulle misure cautelari – ha spiegato Iacopino – la qualità della risposta della giustizia rispetto alla domanda cautelare non potrà mai essere soddisfacente perché il giudice non ha il tempo di potersi soffermare sulla documentazione posta a corredo della richiesta di misura cautelare. Questo – ha rilevato il presidente della Camera Penale di Catanzaro – si riflette sul numero degli errori giudiziari che a valle vengono registrati, tant’è vero che il distretto di Corte d’Appello di Catanzaro come quello di Reggio è sempre in cima agli errori giudiziari. Bisogna porre rimedio a questa situazione E noi continuiamo a dire no ad una giustizia che non può reggersi su questi coefficienti che sono insoddisfacenti».
Il secondo tema – ha rimarcato poi Iacopino – è quello dei maxiprocessi: «Se il primo problema lo deve risolvere la politica a livello nazionale, il secondo problema invece lo possiamo risolvere a livello territoriale. Quello che accade è che molti procedimenti nascono singolarmente ma a valle delle indagini vengono riuniti: questo implica che il processo diventa maxi con numeri da gigantismo processuale. Questa situazione – ha sostenuto ancora il presidente della Camera Penale di Catanzaro – appesantisce il sistema, perché quando bisogna decidere della libertà di 200-300 persone con carenze di organico, il sistema si inceppa perché c’è uno stress della giurisdizione, anche perché per il maxiprocesso bisogna reclutare magistrati che sospendono gli affari ordinari per cui tutto l’ordinario viene rinviato di uno o due anni con evidente ritardo nella risposta di giustizia per il cittadino. Questa situazione quindi non ci soddisfa, lo stiamo dicendo da tempo. Chiediamo al ministro e alla politica di assumere la responsabilità di restituire a Catanzaro un numero di giudici e di mezzi sufficienti per dare risposta adeguata alla nostra collettività, mentre a livello territoriale – ha concluso Iacopino – chiediamo di incontrarci all’interno della giurisdizione perché alcuni problemi li possiamo e li dobbiamo risolvere noi». (c. a.)
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