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l’inchiesta

L’elezione «inquinata» a Casabona, il «potere elettorale» degli “Sciubbi”

Da “Stige” a “Nemesis”, la famiglia Tallarico avrebbe stretto patti con la politica. Gli eletti «grazie alla volontà» del clan

Pubblicato il: 04/10/2024 – 13:42
di Fabio Benincasa
L’elezione «inquinata» a Casabona, il «potere elettorale» degli “Sciubbi”

CROTONE Quella legata alla famiglia Tallarico alias “Sciubbi” è «una nuova ‘ndrina riconosciuta dal “Crimine di Cirò”». Raffaele Giovinazzo, comandante provinciale dei Carabinieri di Crotone, annuncia l’esito dell’indagine nome in codice “Nemesis”. Che questa mattina ha portato all’arresto di 10 persone su ordine del gip del Tribunale di Catanzaro, per 8 delle quali è stata adottata la custodia cautelare in carcere e due quella degli arresti domiciliari. Le accuse, per tutti e a vario titolo, sono di associazione a delinquere di tipo mafioso, scambio elettorale politico-mafioso.

Le «inquinate» elezioni a Casabona

Presunte commistioni tra ‘ndrangheta e politica, un patto scellerato sorretto da reciproci scambi di favori. Questo, in sintesi, il corpus dell’attività investigativa che ha assestato un duro colpo alla ‘ndrina crotonese, coinvolgendo anche il sindaco di Casabona Franco Seminario (avvocato di 54 anni del Pd) e un assessore della sua giuntaAnselmo De Giacomo di 40 anni. La ricostruzione di chi indaga parte dal 9 gennaio 2018, quando scattò il blitz “Stige”, nel corso della quale veniva tratto in arresto il vicesindaco del Comune di Casabona Domenico Cerrelli, eletto nelle consultazioni amministrative del 2014. All’arresto seguì l’invio della Commissione di accesso a Casabona e nel 2018, a seguito dello scioglimento del Consiglio Comunale deliberato dal Consiglio dei Ministri su proposta del Ministro dell’interno, si insediava la Commissione Straordinaria. Le prime consultazioni dopo l’uragano giudiziario si svolsero il 3 e 4 ottobre 2021, agli elettori si presentarono due liste civiche: “Il Bene in Comune” con il candidato sindaco Domenico Capria e “Ripartiamo” del candidato sindaco Franco Seminario, poi risultato vincitore. Una elezione «inquinata» – secondo l’accusa – dalla ‘ndrangheta.

Il potere degli “Sciubbi”

Sono alcuni colloqui captati in carcere tra Luigi Gagliardi (indagato), all’epoca detenuto, e la compagna a convincere gli investigatori della presenza di elementi torbidi nelle elezioni a Casabona. La coppia, in prossimità delle elezioni amministrative, avrebbe avanzato «pretese economiche nei confronti del candidato sindaco Seminario». In una discussione, infatti, la sala ascolto della Casa Circondariale di Crotone intercetta la donna mentre riferisce al compagno che le erano rimasti solo 50 euro e il compagno, stizzito, le intima di recarsi da Seminario per dirgli di «ricordarsi di lui».
L’argomento preferito della coppia resta quello legato alle imminenti competizioni elettorali, è Gagliardi – in una altra occasione – a rivolgersi alla compagna sollecitandola a far confluire i loro voti ad Anselmo De Giacomo (indagato), poi eletto con ampio margine di preferenze nella lista. Passano i giorni, ma l’argomento resta il medesimo. E’ la compagna di Gagliardi a rendere edotto quest’ultimo dell’incontro avvenuto con Ludovico Tallarico (indagato) da poco uscito dal carcere. Lo stesso avrebbe manifestato la volontà di votare alle urne Franco Seminario. Nelle successive conversazioni, avvenute dopo l’elezione di Seminario a sindaco, Gagliardi riceve «i ringraziamenti del neo consigliere De Giacomo e rivendica le proprie pretese illecite nei confronti di quest’ultimo». L’indagato ha già in mente la richiesta da avanzare al consigliere appena eletto. «Se ha preso tutti questi voti è stato solo esclusivamente a me» (…) «nella storia non è mai successo e che Anselmo ha preso più voti dei casabonesi e i casabonesi hanno votato Anselmo e loro lo hanno capito che ci sta lo zampino sotto».
E’ sempre l’ascolto dei dialoghi tra alcuni indagati a fornire elementi ritenuti utili alle indagini. Francesco De Paola (indagato) – barbiere con un salone a Casabona e fratello di un uomo ritenuto affiliato di vertice del clan Alessio – si rivolge a Franco Seminario: rivestendo – per chi indaga – «il ruolo di intermediario e portavoce di Carlo Mario Tallarico». Il barbiere spiega al suo interlocutore di essersi proposto «quale mediatore per l’indispensabile riappacificazione politica e personale tra il cognato di Tallarico – prima candidato nella lista avversaria – e Seminario. Il futuro sindaco ammetterà al barbiere di aver riallacciato i rapporti con il suo ex avversario. «Abbiamo cominciato pure a salutarci!». Quello acquisito dalla famiglia Tallarico a Casabona è un vero e proprio «potere elettorale». In altre intercettazioni, si vanteranno di aver garantito l’elezione di un ex sindaco: vittorioso solo «grazie alla volontà degli “Sciubbi”». (redazione@corrierecal.it)

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