MILANO Il panico dopo il dramma. Ma anche la consapevolezza di doversi riorganizzare, superando il lutto, per dare un segnale. Dopo l’omicidio di Totò Bellocco, il classe ’88 ucciso un mese fa a Cernusco per mano dell’amico Andrea Beretta, le attività tecniche coordinate dalla Distrettuale antimafia di Milano si sono concentrate maggiormente su quella che è da considerarsi una vera “cerchia” fatta di soci, amici e parenti, con in mano lo scettro del comando della Curva Nord dell’Inter e il business legato al tifo nerazzurro a San Siro.
Gli inquirenti avevano già da tempo acceso i riflettori su un lungo elenco di indagati, poi arrestati nel blitz condotto nei giorni scorsi proprio a Milano.
E l’omicidio di Bellocco, rampollo dell’omonimo clan di ‘ndrangheta calabrese ha rappresentato una svolta decisiva, i cui esiti sono ancora del tutto incerti.
È la mattina del 6 settembre 2024 quando gli inquirenti registrano un incontro tra il suocero, Giuseppe Fabrizio, il classe ’74 di Taurianova tra gli arrestati nel blitz milanese, insieme ad una donna e Marco Ferdico (cl. ’85) tra i capi ultrà della Nord. Bellocco è stato ucciso solo da due giorni e quindi la discussione captata dagli inquirenti ha come tema centrale «la mancanza di rispetto portata a loro» annotano i pm da due soggetti, Marianna Tedesco (cl. ’82) tra gli indagati dalla Dda di Milano e Matteo Norrito (cl. ’84), finito invece in carcere. «(…) Io gliel’ho detto “io quel giorno che mi è arrivata la chiamata… il primo numero che ho chiamato è stato quello di Marianno… ancora aspetto la tua chiamata per capire cosa è successo e non mi hai chiamata…» «(…) eh quattro giorni sono passati… tre? Chi è che si è visto qua? Nessuno…». In quello stesso incontro, inoltre, sarebbe avvenuta la “delega” – fino alla fine del lutto – a Bosetti e Caminiti del «controllo della Curva Nord» scrivono i pm, da parte di Ferdico, con un messaggio chiaro: «Io non ci sarò più probabilmente perché non so se avrò la forza morale per andare avanti, ci saranno Renato e Pino Caminiti e voglio che la curva venga gestita da loro due con l’aiuto di tutti i ragazzi, non voglio più vedere qua dentro personaggi di nessun tipo ok?».
Nello stesso giorno, intanto, gli inquirenti della Dda documentano una «videoconferenza intercorsa tra Marco Ferdico, Matteo Norrito, Gianfranco Ferdico e Marcello Renato Bosetti» ed altri due uomini non identificati, in vista di un incontro del direttivo interista sul web. E le considerazioni captate sono eloquenti, riportate dai pm nell’integrazione. «(…) ci chiamavamo famiglia ragazzi, eravamo insieme la sera prima, io non riesco ancora a capire come possibile è successo, capito? Noi eravamo parte di questa cosa…». Dalla videochat all’incontro reale, avvenuto il 12 settembre 2024, otto giorni dopo la morte di Totò Bellocco. Presenti almeno 300 ultras nerazzurri, tra cui i due Ferdico, Bosetti e Nepi. Un incontro ritenuto importante dai pm perché il direttivo aveva designato Bosetto e Deborah Turiello quali “referenti” del gruppo oltre ad aver deciso la sostituzione dello striscione presente sulla balaustra del secondo anello verde dello Stadio “Meazza” con uno – di ridotte dimensioni – avente la dicitura “CURVA NORD”.
Da risultanze investigative, inoltre, all’incontro dei 300 ultras sarebbe stato presente anche Giuseppe “Pino” Caminiti. Si tratta del classe ’69 di Taurianova sul quale pende anche l’accusa dell’omicidio, avvenuto nel 1992 a Milano, di Fausto Borgioli, considerato un esponente del gruppo criminale facente capo al defunto Francis Turatello, veniva ucciso, a colpi d’arma da fuoco, mentre si trovava per strada. Caminiti – secondo i pm della Dda – si trovava sul luogo dell’incontro del 12 settembre scorso e, accertata la presenza delle forze dell’ordine, «si sarebbe velocemente allontanato dal posto» dopo aver dialogato con altri ultras nerazzurri. Dall’ascolto di una particolare conversazione, scrivono i pm della Dda milanese, sarebbe emerso come «Caminiti avesse commentato con una serie di soggetti, tra cui Marco Ferdico sui nuovi soggetti terzi interessati alla gestione della tifoseria organizzata a sostegno dell’Inter tra cui “Davidino”. Con un altro soggetto, invece, avrebbe parlato «del nuovo “capo” della Curva Nord indicato nella riunione in Renato Bosetti» e «confermato il suo ruolo nel direttivo del gruppo “Brigata”, ma anche di quello della Curva Nord, gestito unitamente a Bosetti». (g.curcio@corrierecal.it)
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