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IL CONTRIBUTO

«La Città Unica Cosenza-Rende-Castrolibero esiste già»

Non mi sento proprio un “intruso” nel dibattito sulla Grande Cosenza, pur essendo orgogliosamente catanzarese, per i forti rapporti umani, affettivi, professionali e politici che mi legano alla Ci…

Pubblicato il: 05/10/2024 – 12:16
di Sergio Dragone
«La Città Unica Cosenza-Rende-Castrolibero esiste già»

Non mi sento proprio un “intruso” nel dibattito sulla Grande Cosenza, pur essendo orgogliosamente catanzarese, per i forti rapporti umani, affettivi, professionali e politici che mi legano alla Città dei Bruzi. Vi ho vissuto e lavorato per alcuni anni, più o meno dal 1975 al 1980. Sono cresciuto professionalmente alla grande scuola del Giornale di Calabria che annoverava fuoriclasse come Piero Ardenti e Paolo Guzzanti  e a Cosenza ho coronato il sogno di diventare giornalista professionista all’età di 22 anni. E a Cosenza ho conosciuto, senza mai più lasciarlo politicamente, Giacomo Mancini. Quelli cosentini sono stati anni formidabili che ho vissuto con l’intensità della giovane età, l’entusiasmo del giornalismo militante. E’ forse troppo dire che considero Cosenza la mia seconda città, ma ci vado molto vicino. Con l’eccezione ovviamente del calcio dove la passione giallorossa non fa sconti.
E allora voglio provare brevemente a dire la mia alla vigilia del referendum sulla fusione di Cosenza con Rende e Castrolibero, dicendo subito che se fossi residente nella città dei Bruzi  probabilmente voterei no.
Lo dico per una ragione semplicissima: la Città Unica Cosenza-Rende-Castrolibero esiste già, da quasi mezzo secolo, nei fatti, senza che nessuna delle tre realtà urbane abbia dovuto rinunciare alla propria storia e alla propria autonomia.
Parlo della mia esperienza personale. Quando ero giovane redattore del Giornale di Calabria, ho abitato a Rende e poi a Castrolibero, lavoravo in pieno centro a Cosenza, frequentavo i cinema di Cosenza e Rende, giocavo a tennis a Commenda, facevo acquisti su corso Mazzini e trovavo i ricambi dell’auto a Roges. Ero già un abitante della Città Unica.
E’ evidente che l’area metropolitana di Cosenza-Rende-Castrolibero ha bisogno di una governance, di un sistema di servizi moderni ed efficienti, partendo da quelli di base come acqua, rifiuti, depurazione (per i trasporti da decenni esiste il consorzio, resta in sospeso il discorso della metropolitana Cosenza-Università) e comprendendo ovviamente la sanità, con il nuovo ospedale, l’istruzione, la cultura, lo sport.
Ma è proprio necessario comprimere la storia identitaria di Cosenza? E il progetto visionario della nuova Rende? Non basterebbe potenziare e unificare i servizi e varare una progettazione urbanistica armonica che esalti le caratteristiche di ognuno dei tre Comuni? La mia è solo un’opinione, quella dei cosentini, dei rendesi e dei castroliberesi sarà invece una risposta definitiva.

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