CATANZARO «Il Giudice del Lavoro del Tribunale di Catanzaro ha condannato l’Azienda Ospedaliero Universitaria “Renato Dulbecco” di Catanzaro per la condotta antisindacale tenuta in merito all’adozione della determina numero 347 del 27 febbraio 2024 avente per oggetto l’ammontare complessivo delle risorse disponibili per la retribuzione di risultato anno 2021 dei dirigenti medici dell’ex Azienda “Pugliese Ciaccio” ». Lo rende noto Nino Accorinti, Federazione Cisl Medici Calabria. «In particolare – spiega Accorinti – con decreto del 27.09.2024, nel procedimento promosso dalla Cisl Medici, difesa dall’avvocato. Alessandra Lazzaro, il Giudice ha riconosciuto l’antisindacalità della condotta dell’Azienda, concretatasi nell’approvazione della determina senza la preventiva informazione, concertazione e contrattazione integrativa con le organizzazioni sindacali, in violazione delle prerogative di partecipazione che gli sono attribuite dalle disposizioni di legge e dal contratto nazionale di lavoro. Oltre all’immediata cessazione della illegittima condotta tenuta, il Giudice del Lavoro ha condannato l’Azienda medesima al pagamento delle spese di giudizio. La Cisl Medici esprime soddisfazione per l’accoglimento del ricorso, soprattutto perché è stato censurato dal Giudicante la decisione aziendale di “stornare” la somma di circa 900 mila euro dal fondo per la retribuzione di risultato, utilizzandola per incrementare il fondo delle condizioni di lavoro, con conseguente riduzione della quota di risorse dell’anno 2021 per la stessa retribuzione di risultato, in maniera unilaterale senza coinvolgimento delle organizzazioni sindacali. Tanto ha determinato oltre uno svilimento delle prerogative sindacali soprattutto un pregiudizio per i medici che hanno subito una decurtazione della retribuzione di risultato senza ricevere alcuna informativa sulle relative cause, malgrado le plurime richieste dell’organizzazione sindacale. Inaccettabile è, quindi, la condotta del management e della delegazione trattante di parte pubblica composta dal direttore amministrativo e “dall’onnipresente” direttore del Dipartimento di Staff, che ha definito le quote individuali 2021 della retribuzione di risultato, così come attestato nella determina contestata. La Cisl medici denuncia da tempo il comportamento illegittimo che ha portato alla prima condanna per attività antisindacale nel mese di gennaio. Malgrado ciò il management persevera in un comportamento lesivo dei diritti dei lavoratori e delle prerogative delle OoSs. Tuttora – aggiunge Accorinti – l’Azienda ignora le norme contrattuali su servizi di pronta disponibilità e mobilità del personale, sulle quali la Federazione Cisl Medici sta valutando le azioni da intraprendere. Incomprensibile è, infatti, la condotta del direttore sanitario e del management che omette qualsiasi chiarimento sulle cause del trasferimento forzato di due medici dalla Chirurgia Vascolare di Germaneto a quella del Pugliese, dopo che era stato disposto nei mesi precedenti un trasferimento al contrario, cioè due medici dalla Chirurgia Vascolare del Pugliese a Germaneto, uno alla stessa Chirurgia vascolare ed un altro alla Chirurgia Generale. Sembrerebbe quasi che si voglia creare “ad hoc” la criticità con la carenza di organico e poi si voglia correre ai ripari disponendo una ridistribuzione d’urgenza del personale. Cosa si nasconde dietro queste contraddizioni, interessi personali o persecuzioni nei confronti dei medici trasferiti d’autorità in palese violazione delle norme contrattuali? Evidentemente nell’Azienda “Dulbecco” le norme ed i regolamenti sono “carta straccia” ed al sindacato non resta che tutelare gli interessi dei lavoratori davanti alla magistratura in qualsiasi sede, civile, penale e contabile, ove venissero ravvisati i presupposti. Sul recente provvedimento giudiziario – conclude Accorinti – la Cisl Medici auspica che l’Azienda provveda a darne esecuzione, disponendo l’incremento delle risorse per la retribuzione di risultato e della quota individuale per i dirigenti medici e sanitari, riconoscendo quindi dignità e valorizzando i professionisti dediti alla cura dei pazienti».
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