CATANZARO È stato un vero e proprio trionfo, con lunghissimi applausi e l’ovazione da parte del pubblico per tutti i partecipanti in scena e fuori dal palco, la “Turandot” coprodotta da Festival d’autunno e Teatri di Pietra Festival. Teatro Politeama sold out e entusiasmo alle stelle hanno caratterizzato la chiusura del primo fine settimana dell’edizione 2024, dedicato a Giacomo Puccini nel centenario della morte. Turandot è arrivata a chiusura di una tre giorni fatta di guide all’ascolto, conferenze, galà lirici e spettacoli dedicati allo straordinario compositore, declinandolo però sulla storia della nostra comunità. Ed ecco che l’arte della seta che da sempre ha legato Catanzaro alla Cina, è stata il filo conduttore dei tre eventi che sabato sono andati in scena in tre straordinarie location, poste lungo quella “Via della seta” (via Jannoni) dove nel Medioevo, nell’antico quartiere della Grecìa, fiorì l’arte serica, vanto della Città per secoli e giustamente ripresa dal Festival come fil rouge tra i vari eventi proposti nel primo fine settimana di programmazione. La commemorazione del centenario di Puccini è stata quindi declinata sull’arte serica con un percorso partito con la conferenza “I Pekin e la via della seta a Catanzaro”, protagoniste le più raffinate ed eleganti produzioni artigianali d’epoca , per proseguire con la via della seta percorsa da Marco Polo in Cina, protagonista del secondo evento, “My journey to Beijing”, e concludersi con la “Turandot” di Puccini, ambientata anch’essa “in Cina all’epoca delle favole”. La fiaba, che ha come protagonista la gelida principessa Turandot, che propone ai suoi pretendenti enigmi irrisolvibili per evitare il matrimonio, e il principe Calaf, che tra lo stupore generale invece riesce a risolverli, è entrata subito nel cuore dei numerosi spettatori che, hanno premiato le straordinarie prove dei cantanti, con continui applausi a scena aperta. Merito di un cast internazionale che ha potuto contare sulla dolcezza, nei tratti e nella vocalità, del soprano bulgaro Leonora Ilieva che ha interpretato Liù, sull’autorevolezza e potenza tenorile dello spagnolo Eduardo Sandoval nei panni del principe Calaf, sulla eccezionale Chrystelle Di Marco che ha infiammato con una Turandot crudele e senza pietà – ma dalla voce intensa come poche se ne sono sentite al Teatro Politeama -: a loro sono andati gli applausi più fragorosi a fine serata, ma il resto della compagine dei cantanti non è stato da meno. A partire dal simpatico e bravissimo trio, formato da Ping, Pong e Pang – rispettivamente intrepretati da David Costa Garcia, Federico Parisi e Davide Benigno -, una interpretazione la loro che ha omaggiato la commedia dell’arte; passando per Timur, il padre di Calaf, al secolo Viacheslav Strelkov, mentre Pietro Di Paola nei panni di Altoum, il padre di Turandot, e Alberto Munafò Siragusa in quelli del Mandarino hanno realmente entusiasmato il pubblico.
Ma non è stato solo merito loro: il successo di Turandot è figlio dell’elevata qualità di tutte le parti, a iniziare dalla prova notevole offerta dal Coro Lirico Siciliano diretto da Francesco Costa, che ha giocato un ruolo fondamentale grazie anche a trucco, costumi e acconciature che lo hanno fortemente caratterizzato conferendogli anche grande presenza scenica. Che dire poi dell’Orchestra Filarmonica della Calabria? Una certezza ormai grazie alla direzione di Filippo Arlia: la complessità di Turandot richiede un organico orchestrale piuttosto articolato, così è stato necessario spostare parte delle percussioni nella barcaccia destra, con un risultato sonoro incredibile, vista anche la centralità di questi strumenti nelle sonorità orientaleggianti volute da Puccini. Con i costumi di Fabrizio Buttuglieri, la mise en espace voluta dal regista Salvo Dolce si è svolta in un non-tempo minimalista nella scenografia, per focalizzare l’attenzione sulla parte musicale, contemporanea sì, ma non al punto da distrarre dall’opera in sé, sempre al centro di tutto il lavoro andato in scena a Catanzaro. Sul palco, in processione con le candele ci sono stati anche gli allievi della Scuola di danza professionale del Teatro Politeama. Più che soddisfatta Antonietta Santacroce, direttore artistico nonché ideatore del Festival d’autunno, giunto quest’anno alla ventunesima edizione, salita anche lei sul palco per consegnare a Dolce e Arlia, in rappresentanza di tutti, una scultura appositamente creata dal maestro orafo Michele Affidato, raffigurante il Cavatore di Catanzaro, simbolo della città. «Il successo dell’inaugurazione ci conferma che la lirica non appartiene al passato ma riesce ancora a rapire i cuori degli spettatori. Infatti anche gli studenti si quali è stata dedicata la matinée di venerdì 4, sono stati letteralmente conquistati, a riprova di quanto sia importante mantenere alta la tradizione operistica che il nostro Paese vanta in tutto il mondo, divulgandola anche tra i più giovani – ha affermato Santacroce – Le voci straordinarie dei protagonisti, le emozioni della musica e del coro, l’unicità della mise en space hanno fatto sì che questa Turandot centrasse il colpo, facendo innamorare nuovamente dell’opera Catanzaro. Vedere il Teatro Politeama pieno in ogni suo ordine, con un pubblico partecipe ed entusiasta, ne è la conferma: non potevamo aspettarci un migliore risultato per questo sentito omaggio al grande Giacomo Puccini». Archiviato questo primo fine settimana, il Festival d’autunno – sostenuto da Regione Calabria/Calabria Straordinaria, attraverso i fondi Pac 2014/20; dalla Camera di Commercio di Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia, dal Comune di Catanzaro, da Fondazione Carical oltre che da vari Enti privati – non si ferma qua: la macchina organizzativa è già al lavoro per il prossimo weekend, interamente dedicato al Jazz. Venerdì 11 ottobre al Teatro Politema ci sarà la prima nazionale di “Timba Jazz”, il nuovo progetto di Aymée Nuviola che incontrerà il pubblico anche prima del concerto; sabato 12 ci sarà invece in serata un omaggio a “Chick Corea: a Spanish heart” nel Complesso San Giovanni, mentre alle ore 21 nel Politeama andrà in scena “Mater” con l’eccezionale trio formato da Trilok Gurtu, Omar Sosa e Maria Pia De Vito, protagonisti anche loro di un incontro con il pubblico prima del concerto.
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