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DOPPIA CURVA

I rapper, le risse e le ‘ndrine: gli affari degli ultras e il “mondo sommerso” di Milano

Il nome di Luca Lucci nel direttivo della Sud del Milan. I suoi rapporti con Fedez con in mezzo Tony Effe e il promoter «amico dei calabresi»

Pubblicato il: 06/10/2024 – 9:30
di Giorgio Curcio
I rapper, le risse e le ‘ndrine: gli affari degli ultras e il “mondo sommerso” di Milano

LAMEZIA TERME Capi ultrà, rapper e criminalità. Sembra il plot di un film già visto eppure è una realtà a tratti sommersa, a tratti sovraesposta tra foto, social e – in alcuni casi – anche risse scatenate in locali pubblici. L’inchiesta “Doppia Curva” della Distrettuale antimafia di Milano che, all’inizio della settimana ha portato all’arresto di 19 persone, è un compendio, soprattutto grazie alle tante integrazioni, che aiuta a ricostruire l’immagine di un mondo che ha poco a che fare con le pellicole cinematografiche. Per il gip, di fatto, «una frangia degli ultras del Milan si è trasformata in una sorta di gruppo violento dedito a spedizioni punitive, anche su richiesta». Lì dove anche la ‘ndrangheta calabrese ha addentato una fetta cospicua.

luca lucci milan curva sud

Luca Lucci, le risse e l’accusa ai giornalisti

Tra le figure centrali dell’inchiesta c’è un vecchio nome, quello di Luca Lucci. Il classe ’81 è tra i sedici soggetti finiti in carcere nel blitz ma il suo nome è da tantissimo tempo sui taccuini degli investigatori milanesi. La Squadra mobile di Milano, nel corso delle indagini sulle curve di San Siro, la Nord dell’Inter e la Sud del Milan, ha segnalato una particolare recrudescenza delle aggressioni perfezionate dagli appartenenti alla “Curva Sud”, sia per questioni estranee alla fenomenologia calcistica, sia per questioni prettamente calcistiche. Tra questi episodi c’è, ad esempio, l’aggressione ai danni di un cittadino romeno all’esterno e poi all’interno di un noto ristorante meneghino, gestito da un cinese.
È proprio a Lucci che uno degli aggressori del romeno si rivolge in una telefonata. Il secondo aggressore, invece, in un dialogo con altri soggetti intercettati. «(…) Ma vedi che è tutta colpa dì un rumeno di mer** ubriacone del ca**o… Questo qua era fuori dai cinesi e lanciava le bottiglie di vetro alle persone che entrano, ubriaco, sono andati là, all’inizio è andato Mario ed Alex non so, questo qua prende la bottiglia… invece poi questo rumeno scappa dentro la pizzeria, lo seguono tutti, dice questo ancora prende… dal tavolo prende da una parte il coltello, un’altra rompe il bicchiere…». E ancora: «(…) deve prenderle pure il cinese perché ha detto una bugia… il cinese è da ammazzare… perché c’avevano 3 latitanti e 3 in galera…».
Qualche giorno dopo è proprio Lucci a commentare l’episodio, sfogandosi con alcuni amici. «Oh, non c’era nessuna curva… giornalisti di merda… la verità sai è che quando c’è di mezzo l’ultrà “pezzi di mer, pezzi di mer… questo meritava le mazzate…».

Fedez_Hagag_Rosiello

Lo scontro Fedez-Iovino

Altro episodio emblematico e specchio della “commistione” tra il mondo ultrà legato alla criminalità e al mondo dei rapper, a Milano, è l’ormai famosissimo episodio risalente alla notte del 23 aprile del 2024 che ha coinvolto Fedez e Iovino. Dall’attività investigativa è emersa, in questo frangente, anche la figura del capo della Nord dell’Inter, Andrea Beretta, impegnato a chiarire i contorni della vicenda con un personaggio di spicco del mondo ultrà questa volta della Lazio. Anche il nome di Beretta è noto ormai alle cronache dopo l’omicidio del 4 settembre di Antonio Bellocco, il classe ’88 rampollo dell’omonimo clan di Rosarno. Altri dettagli raccolti dalla Mobile emergono dalle conversazioni di Luca Lucci insieme a Matteo Norrito, altro soggetto finito in carcere nel blitz. Sono loro due a fare riferimento alla presenza e al coinvolgimento di Fedez ma anche di Cristian Rosiello, quest’ultimo nelle vesti di bodyguard del primo oltre che esponente della Sud del Milan e componente del direttivo. L’indagine della Squadra mobile si concentra, poi, sulle videoregistrazioni e sui frame che avrebbero permesso di ricostruire i contorni della rissa già emersi nelle ricostruzioni giornalistiche fornite lo scorso aprile.

La tappa a casa Lucci

Gli inquirenti, nei giorni successivi, si concentrano ancora sulla figura di Luca Lucci. A casa sua, il 25 aprile 2024, si presentano lo stesso Fedez (che non è indagato) e Islam Hagag, il classe ’88 anche lui tra gli arrestati nel blitz più noto nell’ambiente come “Alex Cologno”.
Qualche giorno dopo, è il 30 aprile, gli inquirenti captano un’altra conversazione tra il rapper e Luca Lucci. Lo scambio tra i due risente, evidentemente, degli ultimi episodi avvenuti a Milano, ma anche di prospettive più o meno future, tra cui la possibilità di acquistare l’Old Fashion insieme al capo ultrà. «(…) ho preso appuntamento fra due o tre settimane…» «ok, questa è una bella notizia». I due poi si concentrano sugli strascichi della rissa dell’altra sera connessa ad un’altra figura del panorama rap ovvero Tony Effe. «(…) Tony ha un amico, tutti sanno che quello è amico di Tony, l’amico di Tony si fa male… non può permettersi, che in pubblico si sappia che un suo amico si è fatto male senza che lui poi l’abbia difeso!». Il rapper parla poi di «un atteggiamento che loro hanno… Onore! e va bene, bella li, e basta! ma tanto li becchiamo prima che vengano al bar!». A questo punto Luca Lucci chiede: «(…) ma vuoi che glielo chiedo a Endri il piacere? a ne vuoi uno proprio brutto? e Ciano è un bestione. Ciano è una bestia!». E, in vista di una serata in un locale, Lucci chiosa: «Io ce l’ho uno, ma non fa la sicurezza che potrei metterti di fianco… che proprio ciao…». (g.curcio@corrierecal.it)

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