REGGIO CALABRIA «I numeri e le previsioni alquanto generiche, esposti nel Psb riguardanti il Mezzogiorno inducono a molta cautela circa la possibilità, che le azioni messe in campo dal Governo, mancanti di una visione organica sulla macroarea meridionale, possano nel breve e lungo periodo, produrre effetti strutturali sullo sviluppo sostenibile delle Regioni del Sud». È quanto afferma il segretario confederale della Uil Santo Biondo.
«Il Psb caratterizzato da una restrizione della spesa pubblica -continua il sindacalista – dovuta ai vincoli del nuovo Patto di stabilità e crescita e, dal mancato decollo del Pnrr e delle Politiche di coesione 2021/27, programmi su cui manca il confronto e l’attualità dei dati, potrebbe produrre un rallentamento della lieve crescita che le Regioni del Mezzogiorno, hanno fatto registrare nel corso del 2023 rispetto al resto del Paese. Performance dello scorso anno che evidenzia, che in presenza di investimenti il Sud riesce a recepire gli stimoli di ripresa. Tenuto conto, inoltre della vigenza della legge 86/2024, meglio conosciuta come legge Calderoli e in considerazione della lenta realizzazione degli investimenti previsti dalla quota del 40% riservata dal Pnrr per il Sud; preoccupa per i prossimi anni, la tenuta nel Mezzogiorno dei servizi rientranti nell’area dei diritti sociali: sanità, scuola, servizi all’infanzia, sociosanitario. Settori che per le ragioni di cui sopra, potrebbero in futuro andare in crisi, in considerazione anche dei tagli che il Governo sembrerebbe intenzionato a realizzare, in ordine alla spesa corrente da destinare agli Enti Territoriali».
«Sulla Zes Unica – evidenzia ancora Biondo – il decreto Omnibus ha provveduto ad ampliare le risorse stanziate per il credito di imposta oltre il limite di 1,8 miliardi, con la possibilità per le Regioni del Sud, di mettere a disposizione una quota dei propri programmi regionali europei. Tuttavia, le risorse messe a disposizione dal Progetto per lo sviluppo produttivo del Mezzogiorno sono insufficienti, dato anche l’ampliamento dell’area e, mancanti di quella strutturalità necessaria, ad incentivare gli investimenti privati nelle Regioni del Sud, che per noi devono caratterizzarsi in quantità, ma soprattutto in qualità. E in riferimento alla qualità degli investimenti privati nella Zes Unica, ribadiamo che nella governance del Programma è fondamentale la presenza delle Parti Sociali e dei Territori, al fine di monitorare che gli insediamenti produttivi nella Zes Unica, producano occupazione di qualità, nel rispetto dei Ccnl sottoscritti dalle Organizzazioni sindacali e datoriali comparativamente più rappresentative sul piano nazionale e, in ossequio degli standard, dettati dalla normativa sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro».
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