CROTONE E’ iniziato questa mattina, al tribunale di Crotone, il processo che vede alla sbarra 101 imputati tra cui numerosi esponenti della politica calabrese coinvolti nell’operazione Glicine scattata nel giugno del 2023 a conclusione di una inchiesta della Dda Di Catanzaro su un presunto comitato politico affaristico, legato in alcuni casi alle cosche di ‘ndrangheta, in grado di condizionare le amministrazioni pubbliche locali e regionali, orientare il voto, decidere nomine e appalti. Tra gli imputati l’ex presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio, l’ex assessore Nicola Adamo, l’ex presidente facente funzione Antonella Stasi nella sua qualità di imprenditrice, gli ex assessori comunali di Crotone Sabrina Gentile e Leo Pedace. Alla sbarra ci sono anche il presidente del Crotone Calcio, Gianni Vrenna e il fratello Raffaele per la loro attività imprenditoriale. Processo che ruota soprattutto intorno alla figura dell’ex consigliere regionale Enzo Sculco, ai domiciliari da giugno 2023, accusato di associazione mafiosa. Imputata, per voto di scambio semplice, anche la figlia Flora Sculco già consigliera regionale. Alle condotte di politici, pubblici amministratori e imprenditori gli inquirenti hanno accostato quelle degli affiliati alla cosca Megna di Papanice, anche se l’unico capo d’imputazione dal quale si evincono rapporti tra politici, amministratori e mafiosi è quello relativo all’organizzazione della fiera mariana di Crotone.
Tra gli imputati anche il boss di Papanice, Domenico Megna, che ha assistito all’udienza collegato dal carcere di Caltanissetta. Nella stessa indagine Megna è anche imputato, davanti alla Corte di assise di Catanzaro, per l’omicidio di Salvatore Sarcone assassinato a Crotone nel 2014.
Un’udienza interlocutoria, quella di oggi, che è servita ad avviare la riunione del procedimento principale con il quale erano stati rinviati a giudizio 100 imputati con quello che riguarda il rinvio a giudizio del solo Enzo Sculco. L’avvocato Mario Nigro, difensore di Enzo e Flora Sculco, ha chiesto ai giudici di escludere dal processo le parti civili non presenti per carenza di interesse, in particolare i ministeri dell’interno, della giustizia e dell’ambiente, che non hanno partecipato ad alcuna udienza da quella preliminare ad oggi. Il tribunale deciderà alla prossima udienza fissata a novembre.
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