Le carceri calabresi rispondono o no alla funzione fissata dall’art. 27 della Costituzione e cioè essere luoghi in cui la pena tende alla rieducazione del condannato? È a partire da questa semplice domanda che “Supplemento d’indagine”, il format in onda stasera alle 20.40 su L’altro Corriere Tv (Canale 75), approfondisce la condizione dei 12 istituti di pena presenti in Calabria.
Ospiti di Danilo Monteleone il segretario regionale del Sappe, Francesco Ciccone, ed il Garante regionale delle persone detenute o private della libertà personale, Luca Muglia.
Dalla discussione emerge una realtà carceraria calabrese in condizioni critiche, con il rischio di sovraffollamento, strutture spesso inadeguate, la carenza di organico, difficoltà legate ai trattamenti sanitari.
Proprio ieri a Palmi l’ennesima aggressione (la 75esima da inizio anno) a due agenti della Polizia penitenziaria, notizia rivelata in esclusiva dal segretario del Sappe Francesco Ciccone «un detenuto a cui era stato applicato per ben due volte il trattamento sanitario obbligatorio si è reso responsabile di una doppia aggressione, ha mandato in ospedale due agenti». «È una situazione intollerabile e – aggiunge Ciccone – la Regione Calabria deve individuare le strutture dove questi soggetti devono essere collocati, lontani dal sistema penitenziario».
Di una situazione in deciso peggioramento rispetto al 2023 ha invece parlato il Garante regionale delle persone detenute, Luca Muglia: «Siamo in emergenza, sono aumentati tantissimo gli eventi critici, abbiamo avuto 80 tentativi di suicidio e 3 suicidi fino allo scorso mese di luglio. E una situazione che richiede un intervento da parte del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, diversamente finiamo per vanificare i percorsi rieducativi».
Nella discussione sono emersi anche gli aspetti che caratterizzano in positivo alcuni istituti di pena, come ad esempio quello di Laureana di Borrello, ma anche quelle assurdità burocratiche che spesso inibiscono le attività dei detenuti.
In un carcere, ad esempio, l’attività sportiva (la classica partita di pallone) è prevista per le 17.00 ma la doccia non può poi essere fatta se non il mattino successivo. Disfunzioni organizzative che aggravano (inutilmente) le condizioni della detenzione.
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