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‘Ndrangheta a Casabona, il “timore” del clan per le forze dell’ordine. «Ormai non sfugge più nulla»

La ‘ndrina avrebbe evitato funerali e matrimoni per non dare nell’occhio. Dalla cosca anche chiamate a un ex finanziere per le multe al bar

Pubblicato il: 09/10/2024 – 6:56
‘Ndrangheta a Casabona, il “timore” del clan per le forze dell’ordine. «Ormai non sfugge più nulla»

CROTONE Una ‘ndrina ancora poco conosciuta, operante nel silenzio e con la massima attenzione verso le forze dell’ordine. Tanto da evitare anche il solo contatto occasionale con volanti e auto di Carabinieri, Polizia e Guardia di finanza. Cercavano di tenersi “lontani dai guai” in tutti i modi i Tallarico, la cosca finita nel mirino dell’operazione Nemesis che ha portato all’arresto di 11 persone. I membri del clan si muovevano per Casabona e per la provincia crotonese nel tentativo di attirare meno attenzioni possibili, non sapendo, tuttavia, di essere già intercettati dagli investigatori. 

Il controllo di auto e furgoni sospetti

Un potere ‘ndranghetista che passa anche dal controllo del territorio di competenza «funzionale – scrivono gli inquirenti – alla salvaguardia della loro stessa esistenza dalle minacce» provenienti sia dalle forze dell’ordine che dalle altre consorterie criminali. Così i Tallarico arrivavano a controllare anche auto e furgoni “sospetti” che vagavano per la città. Come nel caso di una Fiat 500, avvistata da Daniele Tallarico e Giuseppe Pullerà e ritenuta da entrambi sospetta, tanto da «scattare una foto» alla vettura per monitorarla. L’attenzione del clan si concentrava anche su matrimoni e funerali di esponenti di consorterie “vicine”. Nel 2021 Daniele Tallarico, in occasione delle esequie del papà del boss cirotano Cataldo Marincola, avrebbe rinunciato ad andare ritenendo la famiglia «attenzionata dagli inquirenti». Stesse valutazioni per il matrimonio di un esponente della criminalità di Cariati: in questo caso sarebbe stato Carlo Tallarico a decidere che non era opportuno presentarsi alla cerimonia. «Se fanno fotografie a questo sposalizio…è un’altra disgrazia! Ormai non sfugge niente più!»


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La richiesta d’aiuto all’ex finanziere

Ma la ‘ndrina di Casabona, oltre ad “evitare” le forze dell’ordine, avrebbe cercato anche di “reclutare” «esponenti infedeli pronti a rendersi disponibili nei confronti degli appartenenti alla cosca per le loro esigenze più varie». Oltre al caso dell’ex brigadiere dei Carabinieri, anche un finanziere in pensione sarebbe intervenuto in soccorso del clan per dei controlli in corso nel bar riconducibile ai Tallarico. In particolare, dalle conversazioni captate emerge la preoccupazione della cosca per presunte irregolarità, tra cui «slot machines, minorenne non in regola al banco ed alla cassa che omette di rilasciare scontrini fiscali». Secondo la ricostruzione degli inquirenti, sarebbe stata poi emessa una sanzione «irrisoria se rapportata a quelle concretamente temute dai Tallarico». Nell’inchiesta viene dunque sottolineato il «lecito sospetto» che gli esiti dei controlli «siano stati edulcorati e ridimensionati in favore dei Tallarico», verosimilmente «a seguito dell’intervento» dell’ex finanziere. Un episodio per cui, gli stessi inquirenti, sottolineano l’assenza di «una piattaforma indiziaria sufficiente» contro eventuali finanzieri a disposizione dei Tallerico, ma dal quale «trapela» il fatto che questi ultimi «contavano su operanti della Guardia di Finanza disponibili ad intervenire in loro favore». (Ma.Ru.)

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