MILANO L’allenatore dell’Inter Simone Inzaghi «ha risposto ha tutte le domande. La sua è stata una testimonianza pulita e con risposte esaurienti». Lo afferma una fonte investigativa a poche ore dalla “lunga” testimonianza resa, a Milano, dall’allenatore nerazzurro in un ufficio decentrato della polizia. Inzaghi, non indagato, è stato sentito come testimone per la vicenda legata alla richiesta di biglietti da parte della curva Nord per la finale di Champions League giocata, e persa, a Istanbul. La sua presenza, inizialmente fissata in questura, è stata spostata in un altro ufficio per aggirare la presenza dei giornalisti che stamattina presidiavano la questura in via Fatebenefratelli.
«Dopo la telefonata ne ho parlato con qualcuno della dirigenza, non ricordo chi, e gli ho detto che c’era bisogno di qualche biglietto in più». E’ quanto ha riferito, in sintesi, Simone Inzaghi agli investigatori della polizia di stato di Milano durante la deposizione di circa un’ora e mezza resa oggi nell’inchiesta sulle curve di Milan e Inter, riferendo di cosa avvenuto dopo la telefonata del 26 maggio 2023 con il capo ultrà della nord, Marco Ferdico, che lo sollecitava a intervenire sul presidente Giuseppe Marotta per ottenere 200 biglietti in più rispetto ai mille previsti per la finale di Champions League di Istanbul. «Ho fatto quello che dovevo», ha detto il tecnico nerazzurro confermando di aver «rappresentato» alla «dirigenza» e «alla società la richiesta». Alla domanda se ci siano stati contatti successivi con Ferdico (ora in carcere) l’ex attaccante della Lazio ha detto di avergli «mandato un messaggio» il «giorno stesso o il giorno dopo». «Il mio desiderio – avrebbe spiegato il 48enne piacentino – era che ci fossero i tifosi allo stadio per poterli incitare», evitare le «mancanze di tifo» perché «non ci potevamo ridurre come con la faccenda da Fiorentina» ha spiegato con riferimento allo “sciopero del tifo” per una ventina di minuti durante la finale di Coppa Italia del 2023 che precedeva la finale con il Manchester City. «Non sapevo nulla delle pressioni» sul club, ha detto Inzaghi con riferimento agli altri episodi descritti nelle centinaia di pagine dell’inchiesta dei pm Paolo Storari e Sara Ombra perché con lui il «clima» era stato «tranquillissimo». Di fronte alle richieste di chiarimento sulla sua conoscenza di collusioni fra curve e criminalità organizzata e mafie Inzaghi è stato perentorio: «Non conosco Bellocco, ho saputo chi è dopo averlo letto sui giornali» ha detto con riferimento al rampollo della cosca di Rosarno ucciso il 4 settembre a Cernusco sul Naviglio dal capo ultrà dell’Inter, Andrea Beretta. «So chi è Beretta non ci ho mai avuto rapporti» ha concluso l’allenatore.
Il vice presidente dell’Inter, Javier Zanetti, sarà sentito entro la fine di questa settimana dagli investigatori che indagano sulle curve di Milan e Inter nell’inchiesta della Procura di Milano che ha decapitato i gruppi del tifo organizzato. Da quanto si apprende slitta invece l’audizione del capitano del Milan, Davide Calabria, e quella del centrocampista Hakan Calhanoglu che ha raggiunto la nazionale turca per il doppio impegno Nations League contro Montenegro e Islanda sotto la guida del commissario tecnico Vincenzo Montella. La deposizione del 30enne turco sarà fissata dopo la pausa delle nazionali.
Il Corriere della Calabria è anche su Whatsapp. Basta cliccare qui per iscriverti al canale ed essere sempre aggiornato
x
x