Nuovo attacco di Israele all’Unifil, dopo quello di ieri contro tre basi (due delle presidiate da personale italiano) schierate nel Libano meridionale contro un posto di osservazione delle Nazioni Unite nel Libano meridionale. Due le persone ferite. Secondo un rapporto della tv libanese Al Mayadeen, affiliata a Hezbollah, ripreso da Haaretz una delle due persone, ferite stamattina dalla base Unifil di Naqura da spari israeliani, è in gravi condizioni. I due caschi blu feriti nel nuovo attacco ad una torretta di osservazione dell’Unifil a Naqoura, secondo quanto si apprende da fonti militari d’intelligence libanesi, sono di nazionalità cingalese.
«I soldati italiani non si toccano, non sono militanti di Hezbollah». Lo ha detto il vicepremier, Antonio Tajani, dopo che l’esercito israeliano ha colpito basi italiane Unifil in Libano, entrando a Torino nel Grattacielo della Regione Piemonte, dov’è in programma un incontro con il presidente della Regione, Alberto Cirio, con le associazioni di categoria sull’impatto economico della frana del Frejus e della chiusura del tunnel del Monte Bianco. «Quello che sta accadendo è inaccettabile. Oggi – ha proseguito il ministro italiano – abbiamo scritto di nuovo al ministro degli Esteri israeliano: aspettiamo che facciano l’inchiesta e, visto che ci sono prove inequivocabili che sono stati i soldati israeliani a sparare contro le basi Unifil, e stamattina c’è stato un altro incidente in una base in cui c’erano una settantina di soldati italiani, ribadisco che è inammissibile».
La Cina ha «duramente condannato» Israele per l’attacco alla torre di osservazione dell’Unifil che ha ferito le forze di peacekeeping dell’Onu in Libano, esprimendo «preoccupazioni» per l’evoluzione della situazione. La portavoce del ministero degli Esteri Mao Ning ha affermato che «qualsiasi attacco deliberato alle forze di peacekeeping è una grave violazione del diritto internazionale umanitario e della risoluzione 1701 del Consiglio di sicurezza», affermando che «tali atti sono inaccettabili e devono essere fermati immediatamente».
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